Sciopero: gli allenatori dalla parte dei calciatori
I tecnici della Serie A si schierano dalla parte dei loro giocatori nella polemica sullo sciopero indetto dai calciatori della Serie A. I giocatori sono pronti a "incrociare gli scarpini" in occasione della quinta giornata del campionato, in programma il 25 e 26 settembre, per protestare contro la posizione della Lega di Serie A sul contratto collettivo.
DELIO ROSSI - «Mi sembra sciocco equiparare lo sciopero dei calciatori a quello degli operai: qua non si parla di sopravvivenza e quindi non è corretto. Siamo il motore di un movimento che produce soldi, se ci pagano tanto non è perchè i presidenti sono filantropi, ma solo perchè siamo professionisti. I migliori devono andare avanti e guadagnare di più, questo è il professionismo: mi batterei per un professionismo di eccellenza». Lo ha detto l'allenatore del Palermo, Delio Rossi. «Se si riduce il professionismo si migliora la qualità - aggiunge Rossi -. Lo sciopero, a mio avviso, non si farà, prima di farlo in ogni caso bisogna sapere quali sono le proposte, e poi deve esserci una trattativa. C'è un contratto collettivo scaduto, che bisogna rinnovare. Ci sono cose sulle quali sono d'accordo ed altre meno». A Delio Rossi l'idea di scendere in campo alle 12,30 non va molto a genio. L'allenatore dei rosanero dice: «Vogliono aumentare i ricavi giocando alle 12,30 e poi non si ottiene quanto pattuito. La verità è che si vuole vendere il prodotto in Cina, io però preferisco un calcio che riduca le spese e non aumenti i ricavi. Si fa solo tanta confusione, ci sono decine di orari diversi delle partite: il calcio è come la messa alla domenica, io sono rimasto legato a certe tradizioni».
MALESANI - «I calciatori sono uomini e come tali vanno ascoltati». Così il tecnico del Bologna, Alberto Malesani, ha commentato lo sciopero indetto dall'Aic. Il principio, per l'allenatore, che ha risposto ad una domanda alla vigilia della sfida con la Lazio è che «nella vita non va mai bene quando si fa qualcosa che viene imposto. Bisogna sempre tentare di mettersi d'accordo». In questo caso, «i giocatori stanno reclamando e bisogna ascoltarli. È troppo facile dire: 'con tutto quello che guadagnano...'. È l'errore che si fa quando si giudicano gli sportivi di successo. Si trascura, invece, che il calciatore è un uomo, con dei diritti da far valere».
MIHAJLOVIC - «Io mi metto sempre dalla parte dei calciatori». Questa la posizione dell'allenatore della Fiorentina Sinisa Mihajlovic riguardo allo sciopero proclamato dall'Associazione calciatori per il mancato rinnovo del contratto collettivo. «Premetto che non conosco bene le motivazioni che hanno portato a questa decisione - ha detto Mihajlovic -, ma se vogliono scioperare avranno i loro buoni motivi: il calcio non si può giocare senza i calciatori, e quindi bisogna cercare di accontentarli». «Spero che davvero non si arrivi allo sciopero - ha concluso il tecnico serbo - e che si trovi una soluzione prima».