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GERMANIA FUORI! Schweinsteiger e Ballack, a fare i bulli succede questo...
Germania: io bullo da sola. Il problema dei tedeschi è (spesso) la bullaggine, la spavalderia che sfocia nell'arroganza. Uber Alles, loro. E il resto del mondo pallonaro a guardarli dal basso in alto. Poggiano la loro vanità sui risultati ottenuti negli ultimi anni, sia a livello di nazionali giovanili che - ovviamente - per quanto riguarda la nazionale maggiore. Il Mondiale vinto quattro anni fa in Brasile li ha proiettati nell’empireo dove stanno gli intoccabili. Così almeno credevano loro. E invece ora sono fuori dal Mondiale. Corea, anche per la Germania. La sconfitta (0-2) ci dice che i tedeschi, mai così mediocri in tanti loro interpreti, hanno preso sottogamba la Corea, già eliminata. Non sono mai stati «squadra», hanno pensato che la vittoria arrivasse da sola, per inerzia. E invece: ultimo posto nel girone, esclusi al primo turno come non era mai successo nella storia del torneo. In verità era già capitato ottant’anni fa, nel Mondiale del 1938 in Francia, ma questa è la prima volta che succede al primo turno da quando c’è la fase a gironi.
Bastian Schweinsteiger, ex pilone del centrocampo tedesco e attualmente nella MLS con i Chicago Fire, è la conferma che in quanto a provocazioni, i tedeschi non sono secondi a nessuno. Intervistato dall’emittente canadese TSN Sports, l'ex Bayern Monaco, a precisa domanda sul possibile vincitore di Russia 2018, ha voluto fare lo spiritoso, indicando «Olanda e Italia», ovvero le due grandi escluse. Marco Materazzi gli ha risposto con un tweet che vale come uno scapaccione: «Swanzi siamo favoriti come te a Dortmund nel 2006! Ti ricordi quando hai mangiato la pizza?». Riferimento alla semifinale del Mondiale 2006: 2-0 per gli azzurri, Grosso e Del Piero al fotofinish dei supplementari, tedeschi bastonati a casa loro. Li abbiamo fermati anche a Euro 2012, sempre in semifinale, doppio Balotelli (2-1). Detto che l’ironia non è esattamente lo sport più praticato in Germania, consoliamoci (ma anche no) con questa partita tra delusi.
Quando l’Italia - nel novembre scorso - venne eliminata nello spareggio contro la Svezia, un altro simpaticone, il centrocampista Michael Ballack, postò un tweet beffardo, esultando perché l’Italia non sarebbe andata al Mondiale e scrivendo «World Champion Now» accanto alla bandiera tedesca. Era una previsione, come no. Quello che Ballack si sta vedendo rovesciare addosso in questo momento non è qui riferibile. Nel calcio fare gli sbruffoni non paga. Prima o poi la Storia presenta il conto. La Germania si ferma qua, il resto saranno tweet di rimpianti e maledizioni per non aver tenuto la bocca chiusa. Il tribunale dei social ha già emesso la sua sentenza: trionfa la Merkel, ma col sombrero. E c’è chi - masochista fino alla fine - ringrazia la Germania per aver fatto una figuraccia al posto nostro. Smarcandoci dalla diatriba, possiamo assicurare solo una cosa: i tedeschi, bontà loro, sono già avviati - nel momento stesso in cui sono usciti dal Mondiale - alla ricostruzione.
Sedici anni fa, dopo il Mondiale del 2002 che comunque li vide in finale (0-2 contro il Brasile), cominciò la restaurazione di tutto il sistema calcio tedesco. Da allora: Germania seconda agli Europei del 2008, terza ai Mondiali del 2010, semifinalista agli Europei del 2012, campione del mondo nel 2014, semifinalista agli Europei del 2016, vincitrice dell'ultima Confederations Cup quest’anno. Il tonfo di Russia interrompe la crescita, ma da qui i tedeschi ripartiranno per tornare al vertice. Resta il fatto che per la terza edizione consecutiva dei Mondiali di calcio, la nazionale campione in carica è stata eliminata ai gironi: accadde all’Italia nel 2010 in Sudafrica, alla Spagna a Brasile 2014 e ora alla Germania. Vincere porta bene. Finché si vince.