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    Schillaci, uno di famiglia: Italia 90, la Juventus di Zoff e quegli occhi che accesero il rito dei nostri Mondiali

    Schillaci, uno di famiglia: Italia 90, la Juventus di Zoff e quegli occhi che accesero il rito dei nostri Mondiali

    • Gianluca Minchiotti
    Nella nostra storia c'è stata un'estate nella quale Totò Schillaci è diventato uno di famiglia, l'estate del 1990. I ragazzini di oggi, ahiloro!, non sanno più neanche cosa sia un Mondiale giocato dall'Italia. 

    Noi che ce lo ricordiamo, e che l'abbiamo vissuto, invece sappiamo persino cosa sia un Mondiale giocato in Italia, e quale rito collettivo fosse: tutti insieme davanti a un teleschermo, che ci si trovasse in una casa o in un bar faceva poca differenza. Tutti insieme, in città o in vacanza: figli, genitori, nonni, amici. E poi fuori con le bandiere e con i clacson, a parte una, maledetta, notte. 

    Totò Schillaci fu l'eroe di quelle Notti magiche di Italia 90: i suoi occhi uscivano dalle orbite e dalle tv, i suoi gol così improvvisi e veloci ci facevano sognare. I gol di testa all'Austria e alla Cecoslovacchia, la staffilata di sinistro all'Uruguay, il piatto preciso di destro all'Irlanda, il rimpallo di stinco e rapina all'Argentina, il rigore all'Inghilterra. Sei reti, capocannoniere di un Mondiale, un'impresa che lo ha consegnato per sempre alla storia del calcio. Il sogno di ogni ragazzino italiano che, come tutti nella sua epoca, nella nostra epoca, aveva iniziato a tirare i primi calci in strada, o in un campetto di terra, o in un cortile asfaltato. Con le ginocchia sbucciate e il cuore grande e mai stanco. 

    Il 1990 è stato l'anno di Schillaci in tutto e per tutto, non solo per i Mondiali. Quello è stato anche l'anno della Juventus operaia di Dino Zoff, di cui Schillaci fu uno degli emblemi ruspanti e, quell'anno, vincenti: la Coppa Uefa vinta nella finale tutta italiana contro la Fiorentina dell'amico Roby Baggio, compagno in Nazionale e, di lì a pochi mesi, anche in bianconero, e la Coppa Italia vinta conto il Grande Milan di Sacchi e degli olandesi, Milan che in quella stagione la Juventus aveva battuto con un netto 3-0 anche in campionato, con un gol di Schillaci ad aprire le danze. 

    Il resto della vita di Schillaci è stato tutto suo, con le cose che succedono a tutti: le gioie e i dolori, le cadute e le rinascite, le risate e le lacrime. Ma in quella estate no, in quella estate del 1990 la vita di Schillaci è stata anche la nostra.   

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