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    Sassuolomania: tre gioiellini e un solista ‘bastardo’

    Sassuolomania: tre gioiellini e un solista ‘bastardo’

    • Luca Bedogni
    Vi dirò, Cosenza-Sassuolo era stata così arida durante il tempo regolamentare, che non pensavo potessimo uscirne soddisfatti dopo i supplementari. Naturalmente il risultato (2-5) aiuta a vedere il bicchiere mezzo pieno (anche se versato all’ultimo). Però ci sono due aspetti positivi da sottolineare: la voglia di passare il turno in un contesto e momento critico (campaccio, trasfertaccia, pubblicaccio, Berardi rimasto a casa…), e la qualità cristallina di alcuni elementi, apparsa ancora in bilico tra ingenuità e lampi di classe. 

    Intanto una sensazione. Quando è salito su Boloca (il primo gioiellino di cui vorrei parlarvi oggi), ho visto un giocatore potenzialmente in grado di sanare le problematiche del centrocampo a due orfano di Frattesi. Struttura, tocco, visione e personalità: mi ha proprio colpito. Anche se ha giocato poco e in superiorità numerica, certe qualità balzano all’occhio subito, tant’è vero che l’intera postura della squadra è cambiata al suo ingresso. Lopez ed Henrique infatti possono giocare insieme, ma da soli nì. Nel senso che un doble pivote del genere può reggere solo in alcune fasi particolari di partite isolate. Ieri ad esempio non riuscivano a fare le loro cosine, e soprattutto non garantivano equilibrio e coesione fra i reparti. Sembravano due foglioline di menta mescolate vorticosamente in un cocktail. Il campo non li ha certo aiutati, ma anche la poca intesa lungo l’asse centrale con Bajrami e Pinamonti, e soprattutto fra Bajrami e Pinamonti. 

    Siamo arrivati al solista del titolo, cioè Bajrami. A tratti corpo estraneo al gioco neroverde, l’albanese può sempre salvarsi da un giudizio negativo grazie a uno squarcio sulla tela. Un segno netto a tagliare in due i dubbi sulle sue capacità. Perché Bajrami, in una situazione difficile della squadra (come quella di ieri), può trovare il modo di diventare pericoloso a prescindere dallo schifo, anche senza associazioni ricercate. È un trequartista ‘bastardo’, forse bruttino da vedere, che però ha la ‘tigna’ di spallettiana memoria. Ha fatto giocare peggio la squadra ma ha realizzato un gol fondamentale, ecco il suo strano paradosso. Gestire questo paradosso diventerà a breve un compito decisivo per mister Dionisi. 

    Perché l’alternativa a Bajrami è il secondo gioiellino a cui si riferisce il titolo: Volpato. Salito nel finale del tempo regolamentare al posto di Pinamonti (minuto 84), Volpato è stato determinante sia nel gol di Ceide (udite udite!), sia nell’ultima, splendida rete di Mulattieri. Naturalmente non aveva fatto quasi nulla nei cinque minutini prima del primo triplice fischio. È cresciuto progressivamente nei tempi supplementari, a dimostrazione del fatto che ha solo bisogno di giocare, e di giocare nel contesto giusto. Fate un confronto tra l’intesa Bajrami-Pinamonti e la Volpato-Mulattieri. Basta guardare la comunicazione non verbale tra l’ex Frosinone e l’ex giallorosso nell’azione del 5 a 2 conclusivo, appena prima della palla deliziosa di Volpato. Ecco due che si cercano (e si cercheranno).

    Be’, a questo punto il terzo gioiellino l’avete già capito qual è. Mulattieri, che fino alla doppietta non aveva a dire il vero brillato, alle prese com’era anch’egli con le difficoltà del terreno e con i metodi ruvidi dei difensori cosentini, ci ha regalato un altro saggio del suo repertorio acrobatico che va ad aggiungersi alla memorabile rovesciata di presentazione su a Vipiteno. Non diamo per scontato questo colpo di testa nella cornice del Marulla. Dell’intesa con Volpato che presuppone, abbiamo già parlato. Ma di questo balzo coraggioso da saltatore con l’asta non bisogna tacere. L’ha chiesta lui lassù, in quel nido invisibile sospeso tra la proiezione di sé e della propria intraprendenza e l’uscita alta assai pericolosa del portiere. L’ha chiesta lui lassù, inconsapevole dell’azzardo ma consapevole dei propri mezzi atletici per realizzarlo. Ebbene, questi sono gol che il Sassuolo non immaginava ancora di poter segnare. 

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