Calciomercato.com

  • Sassuolomania: Mourinho stregone, deve smetterla di cavalcare gli arbitri. Ecco perché va fermato

    Sassuolomania: Mourinho stregone, deve smetterla di cavalcare gli arbitri. Ecco perché va fermato

    • Luca Bedogni
    Non ha la sfera di cristallo, non ha la bacchetta magica, ma usa strane supercazzole per stregare i giornalisti più minchioni e condizionare gli arbitri. Non è un mago della comunicazione, è uno stregone impunito, un manipolatore di fischietti a piede libero. Mister psicocinesi, se solo potesse estrarre i cartellini col pensiero dal taschino degli arbitri, sai quanti bei rossi si prenderebbe quel mostro di Berardi al posto del suo candido Mancini… Invece, che peccato, ancora non ci riesce. Però gli rimangono le parole al microfono, il rituale della conferenza stampa.

    Dionisi, in riferimento all’attacco preventivo di Mourinho a Berardi, ha detto che gli allenatori non dovrebbero parlare in quel modo dei giocatori avversari. Aveva fatto così anche con Pedro, Mourinho, evidentemente fa così coi calciatori che teme, in momenti chiave. Ma queste cose sono il meno. Oddio, ci sta che Dionisi voglia difendere Berardi, lo capisco e ha fatto bene a proteggerlo. Noi però non dobbiamo confondere i piani. Un conto è provare a intimidire l’avversario, fargli sentire la pressione, anche farlo passare per quello che non è (magari di proposito, per pura strategia). Un conto è interferire con l’operato imminente dell’arbitro di turno.  

    È questo che è inaccettabile, ed è per questo che Mourinho va punito. Se fai così superi un limite, se fai così non solo condizioni, ma contamini la partita. Inoculi veleno nella mente del direttore di gara, o anzi, inoculi quella instabilità emotiva che fai finta di voler combattere. Non è segnalare un problema, è generarlo di proposito. È cavalcare gli arbitri.

    Finita la partita, Mourinho è sceso dal povero Marcenaro con un rigore in saccoccia, i tre punti, quattro ammonizioni del Sassuolo a uno (ma quando mai!) più un espulso (con richiamo del Var, guarda caso, l’altro bersaglio del portoghese…). Una carezza al cavallo instabile emotivamente e via, si torna a Roma con Mancini graziato (santo subito!) nonostante lo spintone da bandito ai danni di Laurienté nel primo tempo, e quindi pronto a tutti gli effetti per la prossima partita con la Fiorentina. Della serie, come contaminare in profondità, al di là del singolo match. Insomma, tutte cose “telefonate” all’arbitro dal microfono di una conferenza stampa che non deve più passare al pubblico come esempio supremo di virtù comunicativa, ma come sistematico e sporco strumento di manipolazione arbitrale.

    Altre Notizie