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Sassuolomania: Allegri e Adani, sentite De Zerbi..
De Zerbi insomma, proprio il De Zerbi che viene considerato un estremista, una specie di fanatico del bel gioco, tacciato spesso e volentieri d’arroganza ed eccessiva pienezza di sé, ha dato prova invece di grande liberalità, nel senso non comune di larghezza di idee e rispetto della libertà (ovvero del gioco) altrui.
La conosciamo bene ormai la sua filosofia di calcio; e ci si poteva aspettare per questo una risposta ben più marcata, molto più schierata e partigiana. Invece no, De Zerbi non ha commesso l’errore di Allegri e nemmeno quello identico e opposto di Adani. Non si è trincerato dietro la sua rete di passaggi infiniti (il tiqui-taca), ma ci ha guardato attraverso, è andato oltre. Oltre il suo ego e il suo sistema di pensiero.
Per chi ha avuto il piacere di assistere a qualche sua conferenza, a dire il vero, non è una novità. De Zerbi è molto più umile di quanto possiate immaginare. Si mette continuamente in discussione, vive il calcio con grande passione, studio e voglia di imparare. Sa essere autocritico come pochi ed è molto esigente con sé stesso.
Credo ad esempio che sia stato proprio questo tipo di approccio e di temperamento ad averlo condotto verso la nuova soluzione tattica del 3-4-1-2, con Sensi dietro le due punte. Sempre nell’intervista di ieri aveva quasi gli occhi lucidi mentre ammetteva che era una specie di prima volta per lui (“Non l’avevo mai fatto da quando alleno. Penso che abbiamo trovato benefici un po’ tutti con questo cambio di modulo”).
In effetti il 3-4-1-2 ‘alla Gasperini’ (stavolta c’era Babacar e non più Boga, nel ruolo di Zapata) ha ridato brillantezza al Sassuolo, che sembra tornato a divertirsi mentre gioca, come faceva a inizio anno. La svolta tattica avvenuta contro l’Udinese ha portato infatti nuovi stimoli.
Su tutti ne hanno tratto giovamento Sensi e, forse soprattutto, Berardi. È dall’anno scorso che abbiamo capito che l’attaccante calabrese va portato più vicino alla porta. De Zerbi, dopo tanti esperimenti, pare essere arrivato alla stessa conclusione in questi mesi. E in effetti, il 3-4-1-2 attuale è una specie di compromesso storico tra il 4-3-3 di Di Francesco e il 3-5-2 di Iachini.