Sassuolomania: Abisso basta
Al minuto 48, sullo 0-0, Patric arriva sul fondo e crossa, Locatelli si oppone allungando la gamba sinistra. Il pallone finisce contro l’anca del centrocampista ex Milan, poi s’impenna e va a toccare una parte del braccio alzato, un punto assurdo, tra l’altro, che andrebbe anche questo considerato.
Abisso vede ancora una volta un “fallo di mano”. E il Rosario comincia.. Per fortuna che Manganiello al Var lo interrompe, e gli chiede quantomeno di rivedere l’episodio. On field review, ci mancherebbe. Tutti però si trema di fronte all’Abisso. Infatti l’arbitro sta un bel po’ davanti alle immagini, e quando torna in campo non sembra tra i più sicuri. Anzi, ritarda la decisione ancora un po’, avanzando lentamente sul manto erboso. Non vi descrivo l’espressione del suo volto. Dopodiché disegna un rettangolo per aria e indica il penalty. Viene ammonito Locatelli per proteste, De Zerbi in panchina è una furia. Ma intanto Immobile va a segnare l’1-0 dal dischetto.
A tutti coloro che citano il “Non è di per sé automaticamente involontario un fallo di mano che avviene dopo che il pallone è rimbalzato su altra parte del corpo”, ricordo che qui l’involontarietà è palese, non serve dunque appellarsi a questo cavillo fuorviante, che acquista validità ed entra in gioco solo e soltanto nel momento in cui si dubita dell’ involontarietà del “mani” (ad esempio un movimento istintivo, reattivo potrebbe portarci su questa strada. Non certo il tocco di Locatelli che è totalmente, iper-fortuito).
Sappiamo del resto che l’argomento dell’involontarietà sta perdendo quota e che probabilmente scivolerà via dal regolamento già dal prossimo anno. Benissimo. Infatti non bisogna fondarsi su questo. Quel pallone finisce dapprima contro l’anca di Locatelli, dopo carambola contro la parte del braccio vicino alla sua spalla. Vogliamo parlare della dinamica? Chi dice che Locatelli ha il braccio aperto dice una mezza verità e non valuta due cose: la prima è che il pallone non ci va a sbattere direttamente (dunque il fatto in sé perde quantomeno valore), la seconda è che non si considera la dinamica dell’intervento del neroverde (l’inerzia del movimento). Dove avrebbe dovuto mettere quel braccio Locatelli? Se allunga balzando in avanti la gamba sinistra, è naturale che poi apra in quel modo il braccio opposto.
In sostanza, ecco cosa voglio arrivare a sostenere: che se il pallone avesse centrato direttamente il braccio aperto di Locatelli sarebbe stato rigore (un evidente danno procurato), così invece non lo può mai essere, perché la posizione del braccio diventa secondaria e per questo giustificabile in base alla dinamica.
Parafrasando a questo punto le parole di De Zerbi, c’è da chiedersi il perché di tutto ciò: forse l’arbitro è stato condizionato dal fatto che il Sassuolo è, tra virgolette, già salvo, mentre la Lazio lotta per un obiettivo ben più importante (un posto in Champions)? L’accusa è grave, ma quel che è successo all’Olimpico lo è di più. Domanda: Abisso ha interpretato così perché percepiva l’urgenza dei biancocelesti e la tranquillità (presunta) dei neroverdi, o perché segue un regolamento diverso da quello di Doveri in Parma-Torino? Ecco, andatevi a rivedere il rigore non concesso al Torino il 6 aprile (la sequenza fianco-braccio di Gagliolo). Ci fosse stato Abisso lì, penalty tutta la vita.
Tra l’altro Abisso è recidivo, dopo uno stop importante è incappato di nuovo nello stesso errore di Firenze. E indirettamente, ironia della sorte, continua a danneggiare l’Inter anche se non può più arbitrarla.
Dunque dovrebbe chiedere anche il Sassuolo di non incrociare più questo direttore di gara almeno fino alla fine dell’anno? Dopo l’Inter con Abisso, adesso sembra che questa soluzione si verifichi anche tra Fabbri e il Milan (per il rigore non concesso in Juve-Milan). E visto che funziona così per loro..