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Sassuolo bottega carissima, anche oltre la logica: come può Berardi costare più di un due volte vincitore della Champions?
"Il prezzo? Per tutti i nostri giocatori più forti si parte da 30 milioni, poi si valuta caso per caso". Parole scolpite sulla pietra dall'amministratore delegato del Sassuolo Giovanni Carnevali: uno dei dirigenti italiani capaci di valorizzare e vendere al miglior offerente i propri gioielli, come dimostrano gli 80 milioni di euro incassati nelle ultime due finestre di mercato (Locatelli, Marlon, Mazzitelli, Boga, Magnani e Di Francesco), i circa 62 dell'estate 2021, i 52 e i 50 di quelle precedenti. Un metodo che ha pagato e che verosimilmente continuerà a farlo, se è vero come è vero che da Maxime Lopez a Scamacca, passando per Frattesi e Berardi e finendo con Raspadori e Scamacca, hanno già le pretendenti alla porta e promettono di portare in dote le ennesime plusvalenze.
BERARDI PIU' CARO DI ASENSIO - C'è però qualcosa che non torna - e anche questa rappresenta una stortura di un sistema calcio che fatica a mantenere una certa competitività a livello internazionale - se certe valutazioni finiscono per essere figlie di un rendimento "sopra le righe" solamente a livello di Serie A, con zero o pochissima esperienza a livello europeo, accumulabile soltanto in caso di chiamata delle rispettive nazionali o in attesa di quella dei grandi club. Con tutto il rispetto per i giocatori coinvolti, come può Berardi avere un prezzo di acquisto pari o addirittura superiore a quello di un due volte vincitore della Champions League (oltre a tre Mondiali per club e due campionati spagnoli, per non citare il resto) come Marco Asensio? Come possono Raspadori e Scamacca - che rispetto a tanti coetanei dei principali campionati stranieri non hanno ancora esordito nelle competizioni Uefa - avere un controvalore che balla tra i 30 e i 40 milioni di euro? Il prezzo lo fa il mercato, sostiene Carnevali, ma siamo sicuri che per tutti questi "pezzi pregiati" la fila oltreconfine sia così lunga?
SENZA ESPERIENZA - Le grandi società di Serie A, messe alla berlina anche nelle ultime settimane perché accusate di puntare principalmente su calciatori provenienti dall'estero e di non contribuire così alla crescita della Nazionale, che interesse avrebbero a spendere cifre così importanti per giocatori il cui livello di prestazioni su determinati palcoscenici è tutto da dimostrare? Il rendimento disastroso in Champions ed Europa League dei nostri club, l'evidente fase di declino attraversata pure dalla squadra azzurra (è bene autoconvincersi che la vittoria dell'Europeo resti un fatto isolato) sono la dimostrazione che la qualità media del calciatore italiano - esperto o giovane che sia - è bassa e non giustifica certi discorsi economici. I campioncini del Sassuolo sarebbero merce pregiata e, come tale, da pagare più cara della media? Sulla base di cosa, per essere precisi?
BERARDI PIU' CARO DI ASENSIO - C'è però qualcosa che non torna - e anche questa rappresenta una stortura di un sistema calcio che fatica a mantenere una certa competitività a livello internazionale - se certe valutazioni finiscono per essere figlie di un rendimento "sopra le righe" solamente a livello di Serie A, con zero o pochissima esperienza a livello europeo, accumulabile soltanto in caso di chiamata delle rispettive nazionali o in attesa di quella dei grandi club. Con tutto il rispetto per i giocatori coinvolti, come può Berardi avere un prezzo di acquisto pari o addirittura superiore a quello di un due volte vincitore della Champions League (oltre a tre Mondiali per club e due campionati spagnoli, per non citare il resto) come Marco Asensio? Come possono Raspadori e Scamacca - che rispetto a tanti coetanei dei principali campionati stranieri non hanno ancora esordito nelle competizioni Uefa - avere un controvalore che balla tra i 30 e i 40 milioni di euro? Il prezzo lo fa il mercato, sostiene Carnevali, ma siamo sicuri che per tutti questi "pezzi pregiati" la fila oltreconfine sia così lunga?
SENZA ESPERIENZA - Le grandi società di Serie A, messe alla berlina anche nelle ultime settimane perché accusate di puntare principalmente su calciatori provenienti dall'estero e di non contribuire così alla crescita della Nazionale, che interesse avrebbero a spendere cifre così importanti per giocatori il cui livello di prestazioni su determinati palcoscenici è tutto da dimostrare? Il rendimento disastroso in Champions ed Europa League dei nostri club, l'evidente fase di declino attraversata pure dalla squadra azzurra (è bene autoconvincersi che la vittoria dell'Europeo resti un fatto isolato) sono la dimostrazione che la qualità media del calciatore italiano - esperto o giovane che sia - è bassa e non giustifica certi discorsi economici. I campioncini del Sassuolo sarebbero merce pregiata e, come tale, da pagare più cara della media? Sulla base di cosa, per essere precisi?