Sarri non fa passi indietro: un altro no alla Juve per la risoluzione anticipata
Nicola Balice
C'è chi dice no. In questo caso è Maurizio Sarri. Che ha ribadito il suo “no”, secco, alla Juve per una risoluzione anticipata del contratto. Il forcing del club continua. La trattativa è partita ed è andata avanti, con Fali Ramadani a rappresentare l'allenatore. Ma un'intesa, più o meno vicina, era legata alla possibilità per Sarri di ripartire subito con una nuova avventura: solo in quel caso avrebbe accettato l'idea di fare sconti, necessari per potersi liberare e ripartire. Nello specifico era la Fiorentina ad essersi fatta sotto, salvo poi cambiare direzione verso Cesare Prandelli. Resta viva, vivissima l'idea di un Sarri per il salto di qualità del club di Rocco Commisso, ma in futuro. Perché a stagione in corso, specialmente considerando le difficoltà di questo preciso momento storico, sarebbe stato eccessivamente complicato e costo accontentare le richieste di Sarri: economiche in termini di ingaggio ma anche o soprattutto progettuali, richiedendo il Comandante un accordo di almeno tre anni con carta pressoché bianca sul mercato. Al di là di quale possa essere la prossima avventura di Sarri, resta il fatto che in questo momento un'eventuale ripartenza non sembra poter essere anticipata rispetto alla prossima stagione. Quindi si torna al punto di partenza: niente sconti. LA TRATTATIVA – Spinge la Juve, in ogni caso. Ci ha provato, ci ha sperato, tornerà alla carica. L'obiettivo era quello di trovare un accordo entro la fine del 2020, nuovi tentativi verranno effettuati ma la posizione di Sarri sembra piuttosto rigida, secondo qualcuno addirittura definitiva. Il modo con cui si è consumato il divorzio, l'essere stato scaricato e ridotto al ruolo di capro espiatorio, hanno lasciato un segno profondo. Anche per questo, quindi, Sarri vorrà ottenere tutto ciò che gli spetta. Vale a dire tutti e 6 i milioni netti previsti dal contratto, più i 2,5 milioni di penale che la Juve dovrà pagare nel caso in cui decidesse entro marzo 2021 di non far valere anche il terzo anno di contratto. È determinato Sarri ad andare fino in fondo, a meno che non ci sia una nuova panchina su cui sedersi prima del dovuto. Solo che all'orizzonte non sembra esserci. E per quanto la Juve proverà a convincerlo nel fare un passo indietro, o avanti a secondo dei punti di vista, per ora Sarri continua a dire “no” alla risoluzione del contratto.