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Sarri: 'Dominato più che col Benevento. Higuain fenomeno, fischi sbagliati' VIDEO
POCHE SCELTE - Sarri ammette che la coperta è corta, soprattutto in attacco: "Purtroppo davanti non abbiamo molti ricambi e non possiamo usare altri moduli perché di attaccanti centrali abbiamo solo Mertens. Poi Insigne da quando è tornato dalla nazionale ha un problema la pube, Mertens sta giocando forse con troppa continuità ma non ci sono molte soluzioni a questo".
RIVALI - Juventus e Inter ora sono vicine, con i nerazzurri che possono effettuare il sorpasso domenica: "Preoccupato dall’arrivo della Juve e dell’Inter? Sono tutte società più forti di noi, è normale che siano in alto. Il Napoli non può partire una stagione dicendo che siamo i favoriti dello Scudetto perché sarebbe da presuntuosi e noi non lo siamo. Non perdevamo da 9 mesi in campionato, però stiamo giocando come prima, solo che facciamo fatica a trasformare il gioco in occasioni da gol".
HIGUAIN - La grande attesa ha influito sull’approccio alla gara? Non secondo Sarri, che individua un fattore ben preciso: "Non ho avuto la sensazione di una squadra troppo nervosa. Nelle ultime partite abbiamo sempre avuto bisogno di almeno 15 minuti per carburare e poi qui abbiamo preso gol su una ripartenza, dove poi Higuain è un fenomeno in questo tipo di situazioni. Loro hanno 90 milioni in meno perché l’hanno pagato ma hanno tre punti in più perché è un fenomeno".
NO AI FISCHI - Sarri però non condivide i tanti fischi che hanno accompagnato la serata di Higuain: "Con i tifosi sono quasi sempre d’accordo, non sono d’accordo su Higuain. La Juve non è amata dai tifosi ma ha pagato la clausola, però Gonzalo fino a quando è stato qui si è sempre comportato benissimo".
TRISTEZZA E POLEMICA - Sarri chiude con un pensiero tra campo e marketing: "Stasera ho due grandi tristezze: una è per il popolo napoletano perché abbiamo perso contro la Juve e l’altra è che speravo di morire prima di vedere un Napoli-Juve grigi contro gialli. Mi ha fatto male, come penso abbia fatto male a tutti quelli della mia generazione che è cresciuta con le figurine e con l’attaccamento ai colori. Ho avuto un attacco di tristezza e nostalgia".