Sarri ha pagato per tutti, Pirlo invece non si tocca: com'è cambiata la Juve...
LA DIFFERENZA – Un paio di mesi fa, il presidente bianconero Andrea Agnelli disse come la percezione interna fosse quella di chi sapeva che tutto il mondo non aspettasse altro che il primo passo falso della Juve di Pirlo. E che non aveva dubbi riguardo al fatto che l'attuale staff tecnico andasse difeso da tutto e tutti, tale era la fiducia nei confronti di Pirlo e i suoi uomini, definiti moderni, già nel futuro, quanto di meglio si potesse desiderare con dieci anni d'anticipo. Un atteggiamento giusto, giustissimo. Ma confrontando i primi quattro mesi di Pirlo e quelli di Sarri, anche al netto di tutte le difficoltà di un contesto unico e si spera irripetibile, emerge la differenza chiara. Piaccia o no, Sarri è sempre sembrato solo contro tutti, forse persino in casa. A Pirlo invece si perdona tutto. Persino Max Allegri era finito per essere messo in discussione pochi mesi dopo Berlino. La Juve di oggi ha solo 24 punti in 13 giornate, ha pareggiato a Crotone e Benevento, ha avuto alcuni picchi importanti come quello di Barcellona ma mai come ora sembra poter davvero abdicare. Ad Allegri e Sarri non è bastato vincere lo scudetto, quando la stagione è appena a metà intanto si rafforza il partito di chi pensa che pure senza tricolore a pagare non sarà l'allenatore. Ed è già una grossa novità.