Juve, una certezza c'è: De Ligt con Pirlo è al top, più che con Sarri. Ecco perché
Nell’immagine sopra lo vediamo in preventiva su Messi al momento della rimessa laterale da cui si originerà il gol di McKennie. È un De Ligt che all’occorrenza e in base alla situazione di gioco viene utilizzato e pensato quasi come un marcatore puro sul giocatore più pericoloso degli avversari. Se richiamate alla mente i tiri più fastidiosi di Messi in quella partita, constaterete che sono avvenuti tutti di là dall’asse centrale del campo (sul centrodestra della linea bianconera), laddove De Ligt non poteva più seguirlo a meno di infrangere il riferimento alla propria zona. Si trattava dunque di una marcatura a uomo nella zona. Quando il Barcellona costruiva nella propria metà campo, sotto la forte pressione dei bianconeri, Messi difficilmente poteva liberarsi dalle preventive di De Ligt, sempre attento negli anticipi e avvantaggiato nel gioco aereo. Nella metà campo della Juve invece, Messi per creare (e ha creato tanto, basta guardare i numeri) gli girava alla larga…
CONTRO LA DEA – Contro la Dea invece De Ligt magicamente è tornato sul centrodestra, con conseguente spostamento di Danilo (terzino a piede invertito) a sinistra. La ragione è semplice: serviva un difensore adeguato allo strapotere fisico di Duvan.
In sostanza Pirlo modifica la posizione degli elementi della propria linea a seconda degli avversari. Questa fluidità, di partita in partita, o come vedremo all’interno della stessa partita, è un tratto caratteristico che si scosta molto dalla concezione del reparto che aveva Sarri. Per l’ex tecnico bianconero vengono prima gli automatismi. La ripetizione dell’identico è l’ideale (in allenamento e in partita), e tutto si basa su quel sentirsi parte di e quell’annullarsi dell’individualità nel blocco difensivo che probabilmente andava stretto a difensori del calibro di De Ligt e Chiellini, difensori che si esaltano invece nell’uno contro uno. Ed ecco spiegata la partita dell’olandese su Duvan Zapata: De Ligt è stato insuperabile. Dettaglio: in questa azione avete notato l’inserimento di Pessina chi lo assorbe? Bene. E guardate ancora nell’immagine sopra le maglie della difesa bianconera come si allargano molto poco sarrianamente… per contro, qui sotto compare il lato positivo della medaglia, l’aggressività di De Ligt su Zapata al momento del tocco d’esterno di Gosens.
Travolge le montagne De Ligt.
DUVAN L’ACCORTO – Zapata, capita l’antifona, si è fatto furbo nel corso del primo tempo. E la volta che è stato più pericoloso è stato quando si è spostato al centro, tra centrale e centrale, lasciando ricevere nello spazio di mezzo Pessina.
L’ex giocatore del Verona, ricevuta palla da Gosens tra Bentancur e Cuadrado, si è girato e ha trovato uno splendido filtrante per il movimento di Duvan alle spalle di De Ligt. In area il colombiano ha poi sfruttato il mismatch fisico con Bonucci arrivando al tiro facilmente, cosa che non è riuscito a fare prima e dopo marcato direttamente dall’olandese.
Ecco un’ altra soluzione adottata dall’Atalanta per evitare il duello tra De Ligt e Duvan. Stavolta è Gosens a ricevere interno, spalle alla porta nello spazio di mezzo e sorvegliato da De Ligt. Duvan, ‘proprio come’ Messi, per poter ‘fare qualcosa’ si è dovuto allontanare dalla marcatura ruvida dell’ex giocatore dell’Ajax.
NELLE EMERGENZE - De Ligt inoltre sa esaltarsi nelle situazioni d’emergenza. Se eccelle nell’uno contro uno, stupisce soprattutto quando risolve certi problemoni in inferiorità numerica. Tipo in questa transizione fulminea della Dea dopo il pasticcio combinato da Arthur e Bonucci nel primo tempo.
All’Ajax si impara a difendere bene individualmente, perché le situazioni estreme da affrontare sono parecchie, e parecchio contemplate.
LA MOSSA DI PIRLO NELLA RIPRESA – Uscito dal campo Zapata, Pirlo ha rimescolato gli elementi in difesa, mantenendo i centrali fissi ma spostando Danilo a destra all’ingresso di Alex Sandro.
E via col dispositivo del falso terzino, che Danilo ormai aziona in ogni partita. Giunti a questo punto, distrutto il nostro immaginario collettivo che vuole sempre e soltanto ‘solida’ una difesa, non sappiamo più quali altre liquidità aspettarci da Pirlo.