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Sampmania: virus pericolosi e convalescenza lenta
Lo avevamo scritto in settimana, la pausa tra Pasqua e nazionali avrebbe potuto rivelarsi una preziosa alleata per la Samp. E avevamo detto anche che ormai non era più tempo per gli alibi, e che tornare dal Franchi con un'onorevole sconfitta non sarebbe stato dignitoso; affrontare una Fiorentina temibile ma ferita poteva essere l'occasione giusta per ottenere quel risultato esterno positivo contro una grande capace di infondere coraggio e speranza. Missione completata, per i blucerchiati, che hanno pure accarezzato il sogno del colpaccio. Non recriminiamo, il punto strappato ai viola vale oro. E va tenuto strettissimo.
Tutto l'ambiente doriano, comunque, dopo i tre risultati utili con Frosinone, Hellas e Empoli era stato colpito dal virus di cui parlavamo prima. Si era esaltato, si sentiva finalmente guarito, non si ricordava nemmeno più le sofferenze patite e l'ansia divorante nel vedere le inseguitrici macinare punti e accorciare le distanze. La Samp si riteneva sanissima, quando invece era in piena convalescenza: e lo sbuffo d'aria causato da un Chievo agguerrito e compatto aveva di nuovo alzato la temperatura interna della squadra di Montella, rallentandone il battito.
Ora non si deve ripetere lo stesso errore. La Sampdoria non si deve sentire appagata, non deve tirare i remi in barca. Non è guarita, non è fuori pericolo. Deve ancora fare punti, almeno 5 o 6, e deve farlo nelle partite abbordabili, perchè il calendario è tutt'altro che semplice. Anzi, è terribilmente complesso: due scontri con dirette concorrenti alla salvezza (Udinese e Palermo), tre gare contro squadre in situazioni psicologiche diversissime e delicatissime (Milan, Sassuolo e Lazio) e la passerella finale della Juventus, che non regalerà nulla. E un derby, non c'è nemmeno bisogno di ricordarlo.
Non si guarisce dall'oggi al domani: non dare il giusto peso al pareggio con la Fiorentina sarebbe un vero e proprio suicidio. La Samp non è guarita, tutt'altro: la convalescenza è sempre il periodo più delicato e difficile, la Samp lo ha imparato sulla sua pelle. Gli errori del passato servano da lezione, la hybris (tracotanza in greco, mi perdonerà la mia professoressa del liceo) di Agamennone condannò i Greci alla pestilenza nell'Iliade: volete che non ci riesca con la Samp?