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Sampmania: un anno in altalena (ma con due derby vinti)
Quando ho iniziato a lavorare per Calciomercato.com, lo confesso, avevo persino un po' di paura. Per me era la 'Serie A', l'occasione per confrontarmi con un mondo meraviglioso e dimostrare di essere all'altezza. Oltre ad aver trovato un ambiente pulito e sano - ve lo posso garantire, nessuno ti dice cosa scrivere o come scrivere purchè si parli di realtà e di fatti - ho capito grazie a chi legge e commenta, a chi muove critiche o si complimenta, che questa realtà è la mia. E per me è davvero importante. Spesso si evita di dire grazie per non dare l'impressione di essere 'ruffiani', o di voler regalare sviolinate gratuite. Non sono il tipo. Ma ve lo devo.
Questa premessa è fondamentale anche per spiegare quanto sia complicato scindere il 2016 professionale dal 2016 della Sampdoria. Anche perchè sono stati dodici mesi vissuti 'in altalena'. Su e giù, tra esaltazione e tristezza, con emozioni forti, delusioni grandi e gioie altrettanto vivide. Fermatevi a riflettere, e a ricordare quante cose potete inserire tra quel Genoa-Sampdoria 2-3 del 5 gennaio (la prima partita del 2016) e lo 0-0 con l'Udinese. Ah, non so se ci avete fatto caso, ma è stato anche l'anno dei due derby su tre. Giusto per ricordarlo.
Il borsino del 2016 è sostanzialmente in pareggio: mezzo campionato da incubo, che ha sancito la bocciatura genovese di Montella (credo che si stia discretamente rifacendo dei patimenti passati guidando il Milan, buon per lui), e una prima parte della nuova stagione vissuta con tanti acuti e qualche flessione. Causata anche da una squadra giovane, sfrontata ma inesperta, che non può proprio risultare antipatica. Per me la media sportiva è un 6. Sufficienza abbondante che tende al rialzo considerando la ristrutturazione bogliaschina che ha portato in dote anche un nuovo campo alla Primavera e un utile in bilancio che lascia ossigeno alla Samp in vista di gennaio.
Già, il mercato. Il vero cruccio di chi attende il 2017. Le indicazioni societarie, questa volta, sono chiare. E' già un passo avanti rispetto alle scorse finestre di trasferimento: non si vende nessuno sino a giugno, si tiene l'ossatura della squadra e si operano piccoli correttivi. Finalmente un po' di sana 'noia', verrebbe da dire. La valutazione del mercato doriano passerà inevitabilmete da questa promessa. Se sarà mantenuta, lo considererò un traguardo, e un sintomo di programmazione. Altrimenti mi renderò conto che la Samp proprio non può resistere di fronte ad una iniezione di liquidità fresca.
Credo che la sessione 2016-2017 sarà fondamentale per capire in che percentuale i programmi sbandierati dalla dirigenza siano concreti. Il tanto agognato pareggio di bilancio non solo è stato raggiunto, ma ora è comparso persino il segno 'più': la teoria dice che non c'è alcun bisogno di vendere adesso. Così come non ci sono casi spinosi di giocatori in scadenza di contratto, che possono puntare i piedi per andarsene. Neppure il tanto desiderato Torreira; giusto lasciarlo partire, se vuole, e giusto da parte sua anche ambire a una crescita professionale che forse - lo dico a malincuore - la Samp non gli può dare. Ma altrettanto corretto da parte di Corte Lambruschini è decidere modi, tempi e termini della sua cessione. Anche perchè il contratto recita 2020.
I punti deboli di questa squadra invece sono evidenti a tutti: occorre rinforzare la difesa, trovando valide alternative sulle corsie, e magari un centrale di affidamento per sostituire il partente Krajnc. Toccherà a Giampaolo poi trovare nuovi sbocchi ad un gioco che nelle ultime uscite sembra essersi un po' avviluppato su se stesso. I buoni propositi per il 2017, invece, sono presto fatti: confermare l'allenatore, primo passo per costruire una realtà importante su fondamenta ben definite. Interiorizzare il concetto che la Samp, purtroppo, non tratterrà molto a lungo i suoi gioielli: la logica del 'sono tutti cedibili' è stata annunciata in ogni maniera, non ci si può più stupire. Confermare il responsabile delle scoperte di mercato in casa Samp, lo straordinario Pecini. E magari, perchè no, vincere altri due derby. Sarei felice di essere io a raccontarveli.