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Sampmania: troppa Inter e brutti numeri. Ma qualche lucina c'è
Stankovic non ha nessuna bacchetta magica, per quanto a qualcuno piaccia pensarlo. Può cambiare qualcosina, muovere alcune pedine sul campo, ma trasformare radicalmente la squadra soltanto con la forza del pensiero, con la ‘grinta’ e il carattere, è impossibile. Altrimenti tutti potrebbero allenare in Serie A. Il tecnico serbo è sulla buona strada, questo sì. Dopo ogni partita c’è un pezzettino in più da aggiungere, un tassello nuovo che la volta prima non si notava. Ma annullare le differenze di valori per magia, con la semplice imposizione delle mani, è compito da Harry Potter o da Gandalf.
Ieri ad esempio la Samp aveva offerto una ventina di minuti di buon livello. A viso aperto, senza eccessiva paura, anche con qualche trama rapida. Niente di trascendentale, per carità, ma un buon punto di partenza. Stankovic aveva variato la formazione, inserendo ad esempio Yepes, la nota migliore delle ultime due uscite blucerchiate, o impiegando a sorpresa Amione terzino sinistro. Tutte scelte abbastanza azzeccate anche se, secondo me, Inter-Sampdoria a San Siro è una partita paradossalmente più facile da preparare rispetto a Monza-Samp o a Samp-Cremonese.
Ad un certo punto del match, l’Inter ha frantumato il coraggio doriano con un paio di dimostrazioni di strapotere brutale. La zuccata di De Vrij su calcio d’angolo ha semplicemente incanalato l’incontro sui binari che Inzaghi si augurava. La disattenzione in marcatura di Ferrari sull’incornata del centrale olandese, la distrazione della linea difensiva sul lancio di Bastoni per Barella, o il goffo contropiede preso su sgroppata di Correa, con corsa all’indietro impacciata sempre di Ferrari e assenza totale di filtro a centrocampo, sono conseguenza di un mix di limiti tecnici individuali e svagatezze marchiane. Si tratta di errori che fai quando giochi contro squadre più forti, più fisiche e con piedi migliori. Formazioni che possono permettersi di sostituire Lautaro Martinez e Dzeko con Lukaku e Correa, mentre tu sei obbligato a far entrare - con tutto il rispetto - Pussetto e Montevago.
A proposito di Montevago, il ragazzo è un 2003 strutturato fisicamente, con fame e voglia. Al posto di questo Caputo meriterebbe qualche chance. Anche perché, per qualità e caratteristiche, sembra più adatto dell’ex Sassuolo a ricoprire il ruolo di punta centrale, specie con i compiti richiesti dall'allenatore. E credo che Stankovic, uno che per esempio Yepes lo ha buttato da subito nella mischia, senza timori, lo abbia notato. Potrebbe avere occasioni in futuro. Per il resto, Inter-Samp fornisce pochi spunti di riflessione ulteriori. Non una pessima Sampdoria in partenza, ma Inter fuori categoria dopo. Poteva anche finire peggio. La sintetizzerei così, e ripartirei anche dal manifesto programmatico di Stankovic: pressing alto, voglia di accettare i duelli personali, tentativi di allargare il campo sulle fasce.
Alcune luci di speranza ci sono, ma la Samp comunque mantiene due grossi, evidenti problemi: la difficoltà nel gestire e creare occasioni in attacco, e l’eccessiva morbidezza del suo pacchetto arretrato. In attesa delle partite di oggi, il Doria è la compagine con il peggior attacco (6 gol), la seconda peggior difesa (21 reti incassate) e la peggior differenza reti (-15). Numeri di incubo. A proposito di numeri: adesso la Fiorentina in casa, il Torino fuori e soprattutto il Lecce, rappresentano tre scontri da cui necessariamente prendere 4 o 5 punti, se si vuole provare a issare la testa fuori dall’acqua. Perché è vero che le partite da vincere non sono quelle di Milano con l’Inter, ma la Sampdoria i suoi bonus li ha già finiti da tempo.