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    Sampmania: tre motivi per cui la Samp ha perso a Firenze

    Sampmania: tre motivi per cui la Samp ha perso a Firenze

    • Lorenzo Montaldo
    La Sampdoria ha perso per causa mia. Colpa del sottoscritto, ne avevo parlato bene, troppo bene. Invece porto sfiga. E’ un dato di fatto, sono un triste menagramo. La mia aura di sfortuna, jella, iattura, chiamatela come volete, ha influenzato la squadra. L’esito della trasferta di Firenze è imputabile soltanto al triste corvo che porto appollaiato sulla spalla, di nome Gennarino. Se ne scrivo male, invece, perdiamo perché sono pessimista. Sarà che perdiamo un po' troppo, forse? Belinate a parte, proviamo a capire perché il Doria ha preso tre sberle a Firenze.

    Primo motivo: la Fiorentina è forte. Molto più forte della Samp. La formazione viola è di un altro segmento rispetto a quella genovese. Appartiene alla fascia di classifica del piano di sopra, e non è questione di vedere il bicchiere mezzo vuoto, o di volgere lo sguardo sempre a chi ci insegue, e mai a chi ci precede. I giocatori a disposizione di Italiano sono migliori di quelli doriani. Torreira, personalmente, lo rimpiango ogni giorno. Vlahovic sembra Icardi, forse il centravanti più forte transitato da Bogliasco negli ultimi vent’anni. Magari è pure meglio. Bonaventura è il nostro Candreva, Callejon quando è in giornata non lo prendi mai, figuriamoci se incappa anche in un tentennante e svagato Murru. Duncan me lo ricordavo come un mezzofondista al Ferraris, oggi ha pure i piedi educati. Sottil, con questo mister, di strada ne farà parecchia. E così via. 

    Secondo motivo: la Fiorentina è ben allenata. Meglio della Samp, senza voler mancare di rispetto a nessuno. Italiano ha creato un tessuto ben definito, 24 punti in 15 partite non si fanno per caso. Il 4-3-3 dei toscani è organizzato, preciso, ordinato, e non c’è un movimento lasciato al caso. I terzini che si allargano e si sovrappongono, i centrocampisti che si abbassano a ricevere lo scarico palla e i due attaccanti esterni che slabbrano la difesa avversaria, salvo poi ripiegare rapidamente, formando una linea a cinque quando gli avversari hanno il possesso, possono permettersi questo movimento armonico perché hanno studiato, perché si fidano delle indicazioni del loro allenatore, e perché ne hanno assorbito idee e concetti. La Fiorentina potrebbe permettersi persino di giocare solo a pallate su Vlahovic. Tienilo, uno con quel fisico e quella rapidità. Invece no, i viola ragionano, variano le loro soluzioni. Infatti, quando la Samp ha tentato di imbottigliare il serbo creando densità al centro del campo, Italiano ha risposto allargando ulteriormente il gioco già arioso dei toscani. Risultato? Il primo gol origina da Sottil, partito con i due piedi sulla linea del fallo laterale, e sublima nell’inserimento di Callejon, scattato dal vertice opposto dell’area di rigore e arrivato a spingere il pallone in porta sulla linea. Murru si dimentica dello spagnolo alle sue spalle, i centrali non leggono il tracciante di Sottil, e la frittata è fatta. Idem la seconda marcatura. Questa volta, l’ex Napoli scatta largo, la corsia mancina della Samp viaggia alla metà rispetto alla velocità degli avversari, e Vlahovic in mezzo all’area è più solo del Grinch a Natale. Il 3-1, invece, è una sequenza di errori individuali anche inutile da ripercorrere.

    Terzo motivo: la Sampdoria ha un problema strutturale di filtro a centrocampo e incompatibilità delle punte. Le sbandate difensive provengono sì da inciampi dei singoli, da dormite di gruppo o da maggior bravura degli avversari, ma la facilità con cui la Fiorentina saltava il centrocampo era troppo marcata. Credo che Ekdal, per questa Samp, sia un giocatore imprescindibile in mezzo al campo, molto più utile di Silva quando gioca a ritmi da Birra Moretti. Se i reparti sono slegati, i raddoppi e le marcature arrivano in ritardo, e i giocatori devono percorrere più campo per recuperare la posizione. In più, manca il giocatore di raccordo tra i mediani e gli attaccanti. Un Ramirez, per intenderci. Caputo e Quagliarella possono giocare negli ultimi venticinque metri, non lo scopriamo ora, ma dai trenta ai cinquanta metri, o c’è Candreva ad inventare o diventa terra di nessuno. A proposito di Caputo, è in difficoltà ma è lo stesso giocatore di Sassuolo. Lì però le occasioni da gol fioccavano a grappoli, e la quota reti aumentava di conseguenza. 

    La Samp ha giocato male? Sì, maluccio. In stagione, però, ho visto di peggio. C’è stato un ordine di fondo, una volontà diffusa di aggiustare la partita, o quantomeno di volerci provare. Già meglio, rispetto ad un mese fa. Ritenevo esagerate le lodi sperticate spese nei giorni scorsi, quando sembrava che tutti i problemi e i difetti fossero stati spazzati via con uno straccio magico, leggo pure un eccessivo scoramento oggi. Equilibrio, gente, non vi stancate a passare dall’esaltazione alla disperazione, e  viceversa? La caratura dell’avversaria va tenuta in conto, nell’analisi. Ecco, un brutto segnale, se mai, sarebbe un’eccessiva arrendevolezza di atteggiamento e proposta contro la Lazio. Delle tre partite dopo, invece, non devo dirvi nulla. I punti oggi sono 15, è necessario girare quantomeno a 21. Inutile esplicitare dove vanno presi i sei punti, vero?

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