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    Sampmania: tentativo di traduzione dal Vangelo secondo Eusebio

    Sampmania: tentativo di traduzione dal Vangelo secondo Eusebio

    • Lorenzo Montaldo
    Tutta l’agitazione e il subbuglio per la possibile cessione della Sampdoria ha fatto passare un po’ inosservata la conferenza stampa di presentazione di mister Di Francesco. Una parte di colpa spetta anche al sottoscritto, avrei potuto affrontare prima questo argomento in un Sampmania. Anche perchè il nuovo allenatore blucerchiato ha espresso alcuni concetti importanti, condivisibili e soprattutto in grado di fornire spunti di riflessione davvero interessanti. Mi è piaciuto molto, il neo mister doriano: idee chiare, nessun tatticismo e poche frasi di circostanza. Di Francesco ha fatto nomi e cognomi dei giocatori,  ha detto esattamente dove pensa di impiegare ogni calciatore, senza banalità come “valuterò in ritiro, e starà a lui mettermi in difficoltà”. Ha parlato di mercato, e ha esplicitato precisamente quelle che sono le (poche) necessità della formazione blucerchiata. Difra non si è arrampicato in arzigogolati tatticismi tipo “Sappiamo dove dobbiamo intervenire, abbiamo le idee chiare e saremo attenti a cogliere eventuali opportunità” (Che bravo che sono, eh? Dovrei fare il ghost writer dei direttori sportivi).

    Ci sono dei passaggi che ritengo particolarmente significativi. Il primo riguarda il presunto ‘passo indietro’, dalla Sampdoria alla Roma. Le replica di Di Francesco è esattamente quella che avrei voluto ascoltare: “Spesso nel calcio parlare di progetto è utopistico. Io qui ho rivisto qualcosa. Credo si possa costruire qualcosa di importante. Non è un passo indietro. Sono orgoglioso”. In tempi come questi, nei quali persino il presidente della Sampdoria sogna di rappresentare un’altra società, essere ‘orgogliosi’ non è così scontato.

    E’ stato piacevole anche sentir parlare di calciomercato, un argomento che spesso viene vissuto quasi come un fastidio da parte degli allenatori. Tanto è vero che frequentemente snobbano le domande in merito. Di Francesco no: “Stiamo cercando un attaccante esterno e un centrale da mettere a destra. La società mi vuole accontentare per quelle che sono le mie richieste. Chi mi ha scelto sa che ho un mio pensiero di calcio e un mio modo di giocare”.  Comprensibile, netto, lineare. La cosa che ho apprezzato maggiormente, però, è stata la disamina sui calciatori che già vestono la maglia blucerchiata. In particolare sono rimasto piacevolmente colpito dal tentativo di responsabilizzazione nei confronti soprattutto di due doriani ben precisi: “Ci sono dei giocatori, come Jankto, che possono diventare maggiormente determinanti. Caprari è un altro, tornerà a fare l’esterno come faceva a Pescara”. Mi trova pienamente d’accordo, anche perchè questo stesso concetto lo avevo espresso alcuni mesi fa in un altro Sampmania.

    Valutazione simile anche per Gabbiadini, a cui ritengo che Di Francesco abbia lanciato un messaggio preciso: “Voglio parlarci per capire dove si sente di giocare. Per giocare in determinati ruoli deve avere certe caratteristiche. Lui predilige giocare dall’inizio. Sto vedendo tanti video per capire bene dove poterlo schierare”. Volete la mia personale traduzione? “O giochi dove ti dico io, o vai via”. Gabbiadini le cose migliori in carriera le ha fatte da esterno largo nei tre attaccanti di Mihajlovic, speriamo che si possa intendere con l’attuale mister.

    Di Francesco ha anche dimostrato di saper toccare le corde giuste con alcuni profili ‘pesanti’, ad esempio quello di Quagliarella. La mia impressione è che l’ex tecnico della Roma volesse spiegare un concetto un po’ ‘scomodo’. Il numero 27 probabilmente dovrà variare un po’ il suo stile di gioco, essere magari meno protagonista individuale e più partecipe della manovra. Sì, ma vaglielo a dire al capocannoniere della Serie A. In questo senso, ‘Difra’ è stato tatticamente ineccepibile. “E’ il primo e unico giocatore della Sampdoria che ho sentito al telefono” ha detto di San Fabio da Castellammare.  Prima, sacrosanta sviolinata. “È un calciatore veramente intelligente”. Seconda, sacrosanta sviolinata. “Credo – badate bene, qui arriva la parte delicatissima - che più passano gli anni e più bisogna allenarsi in un certo modo. Se poi riuscirà a far fare gol anche agli altri meglio. Spero che si possa ripetere, ma è un concetto di squadra che voglio sottolineare. I gol devono arrivare da tutti per poterci migliorare”. Sono certo che Quagliarella, ragazzo intelligente e molto ‘sgamato’, avrà capito perfettamente cosa intendeva il nuovo allenatore, e apprezzerà particolarmente il modo in cui è stato detto.

    Ultimo aspetto, la famigerata ‘mentalità’. Che poi è quello che i più imputavano come difetto a Giampaolo. “Il concetto di base è dominare le partite e voglio inculcare questo tipo di pensiero. Io ho allenato squadre che ambivano alla salvezza e poi sono andate all’Europa League”. A proposito di Giampaolo, la frase più signorile Di Francesco l’ha tenuta proprio per il suo predecessore. “Non l’ho ancora sentito, ma lo sentirò”. Per congratularsi e probabilmente chiedere consiglio, perchè no. ‘Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione’ , disse Oscar Wilde. E’ un concetto che ho fatto mio, e che a quanto pare ha assimilato anche il nuovo allenatore della Sampdoria. Mi pare ci sia riuscito benone.

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