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Sampmania: storia di una cessione annunciata un anno fa
In realtà, sono convinto che la Sampdoria avesse deciso di cedere il centravanti di Cali praticamente da un anno. Vi ricordate le modalità di acquisto dal Napoli? Sul filo di lana, con tanta concorrenza, poche alternative di mercato, tanta disponibilità economica (e i potenziali venditori lo sapevano) e soprattutto con la forte necessità di sostituire Muriel e Schick, placando nel contempo una piazza innervosita dal mancato arrivo di un centravanti di razza. Zapata era stato un bel colpo – io personalmente stravedevo pe il numero 91 – ma probabilmente non il profilo che la Samp avrebbe scelto se avesse avuto tempo e condizioni normali per individuare un prospetto più adeguato al credo di Giampaolo. Il tecnico di Bellinzona avrebbe voluto un altro Muriel, si è ritrovato un bomber tutto muscoli da un metro e novanta. E' come aver voglia di mangiare pesce, e finire a ingozzarsi di carbonara: magari ti piace allo stesso modo, nel mio caso forse persino di più, e di sicuro ti leva la fame. Ma non è ciò di cui avevi bisogno in quel momento. Oltretutto, la Samp a suo tempo aveva strapagato Zapata rispetto al suo reale valore di mercato. Per tutti questi motivi era chiaro che il Doria lo avrebbe ceduto alla prima occasione utile. E la prima chance credibile aveva i colori nerazzurri dell'Atalanta.
Attenzione, però: ora non è il caso di crocifiggere Giampaolo. Non credo che il mister abbia realmente tutto questo potere decisionale sul mercato, o che sia in grado di dettare le strategie in uscita di Corte Lambruschini. Altrimenti suppongo che non avrebbe venduto molto volentieri Torreira o Skriniar. Credo che la cessione di Zapata sia il prodotto di varie sommatorie: la Samp aveva la necessità di cederlo per evitare una voce troppo pesante a livello di bilancio, Giampaolo puntava un altro tipo di calciatore (tanto è vero che Sarri a Napoli Zapata lo aveva tagliato), e l'Atalanta voleva comprarlo. Probabilmente l'unico che sperava di rimanere a Genova ero lo stesso Duvan, ma insomma, poteva andargli anche peggio: resterà in Serie A, guadagnerà di più, farà l'Europa e giocherà con un allenatore (Gasperini) che lo valorizzerà in maniera incredibile, ne sono certo. Sentiremo parlare molto di Zapata nei prossimi anni. Tutti felici e tutti soddisfatti, insomma; era un'operazione che conveniva a tutti. E di solito, quando le trattative nascono con questi presupposti, al 90% vanno in porto. Oddio, tutti felici magari proprio no: i tifosi della Samp lo avevano adottato, gli volevano bene, ma della sua partenza ce ne faremo una ragione, come è successo a suo tempo per Eder, o Gabbiadini, o Icardi, o Pazzini, senza scomodare i vari Vialli e Mancini.
L'addio di Zapata evidenzia anche un altro tema di mercato piuttosto curioso: la Samp si è liberata interamente della spina dorsale della formazione 2017/2018. Se ne sono andati Viviano, Silvestre, Torreira e ora Zapata. Per il momento è stato sostituito soltanto il centrale argentino, con l'innesto di Colley. La Sampdoria ora è chiamata a tre scelte letteralmente fondamentali: portiere, regista, attaccante. Quello che para, quello che fa gioco, e quello che la butta dentro. Scusate se è poco. I nomi che circolano per l'attacco non mi esaltano (Defrel non mi convince, ma magari mi sbaglierò) e per questo motivo sarò contento se a Genova si prenderanno qualche giorno di più per riflettere. Meglio un giorno di ritiro in meno, che mangiare carbonara quando si desidera pesce. Non manteniamo troppo la calma, però. Non vorrei che ci ritrovassimo come l'ultimo giorno di mercato dello scorso anno, a cercare un ristorante di pesce trovandoli tutti chiusi. A quel punto le strade sono due: o te lo fai aprire appositamente, ma paghi il doppio, o ti accontenti, e ti tieni la voglia. Non saprei cosa scegliere