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  • Sampmania: siamo stufi marci

    Sampmania: siamo stufi marci

    • Lorenzo Montaldo
    Dopo due anni e mezzo da incubo, sono stufo. Stufo marcio. Sono, anzi siamo, stufi marci di questa Sampdoria che non ci lascia quetare, di questa Sampdoria che nelle ultime due stagioni ha perso 51 partite di campionato sulle 83 giocate, di questa Sampdoria che ha preso 144 gol, quasi due ogni novanta minuti di media, e che ne fa meno di uno a gara. 

    Siamo stufi marci, completamente saturi di questa Sampdoria che ogni tanto ti dà l'impressione di essere convalescente, che ti illude di poter guizzare fuori dall'acqua e tornare a respirare, e invece si incaglia da sola, e più si dibatte e più si impantana e affoga. Siamo stufi marci di giocatori presunti leader, che si atteggiano da calciatori del Real Madrid tra social, tinte, colpi di tacco e risposte arroganti alla stampa, e poi non hanno la personalità necessaria per fare la differenza in uno stadio con gli spogliatoi che sembrano quelli del Grondona di Pontedecimo. Ieri soltanto con Murru, Stojanovic, Verre e Borini c'erano più di 1.000 presenze tra i professionisti in campo, e noi dobbiamo sorbirci prestazioni come quella di Como, sentendo dire magari che alla Samp ci sono tanti giovani e manca esperienza.

    Siamo stufi marci di non avere qualcuno al di sopra dell'allenatore disposto a scendere davanti alle telecamere per dire chiaramente: "Signori, la situazione è così. Le nostre contromosse saranno questa, questa e questa". Personalmente sono stufo marcio anche del buonismo da quattro soldi, delle cartoline di Natale e del divieto assoluto di esprimere critiche o dissenso, o ancora peggio, fischi! Guai, anatema, sacrilegio! Siamo stufi marci di allenatori in confusione, incapaci di tenere in mano la squadra, ma anche di mercati monchi o palesemente incompleti. Siamo stufi di vedere nitidamente voragini a livello di organico, facilmente individuabili anche da persone prive di qualsivoglia esperienza calcistica, e di assistere impotenti alla mancato riempimento di tali buchi.

    Pirlo ha le sue colpe, certo, e nasconderlo adesso sarebbe poco coerente. Ma mi spiegate come è possibile che una dirigenza tratti, per tre mesi, un difensore (Ferrari), un centrocampista (Pereyra-Soriano) e un attaccante (Alario-Coda), rendendosi quindi evidentemente conto di alcune falle a livello di intelaiatura della squadra, e alla fine non solo non chiuda nessuno di questi nomi, ma neppure imposti un piano B per un pari ruolo, anche di livello leggermente inferiore? Ecco, questo mi sfugge. Se certe trattative - per diretta ammissione dello stesso ds Mancini - erano imbastite, significa che le risorse necessarie erano state preventivate e accantonate. Nessuno pretendeva Ferrari, Pereyra e Coda. Ma da Ferrari, Pereyra e Coda al nulla cosmico esistono una serie infinita di sfumature e gradazioni di colore

    Pirlo ha responsabilità grosse su questa Sampdoria che non trova la quadra, che prende gol ad ogni occasione e che soprattutto subisce reti in fotocopia. Ho perso il conto di quante volte la porta blucerchiata sia stata infilata, o messa sotto pericolo, perché la retroguardia sbaglia movimento, scala male ed esce tardi sul cross. A Pirlo posso imputare pure una fase offensiva sterile, tanti errori in palleggio e parecchia confusione. E pensare che ieri, alla fine del primo tempo, ritenevo di aver visto qualche piccolo, confortante passetto in avanti a livello di organizzazione sulla strada tracciata a Parma. Tutto è stato spazzato via da una ripresa orribile, e da una squadra perfetta testimonial della campagna pubblicitaria "Dolce dormire".

    Se le cose dovessero andare male pagherà Pirlo, è inevitabile, il Catanzaro in questo senso sarà dirimente. Pagherà colpe sue, che ci sono, ma pagherà anche una rosa incompleta, molle e sopravvalutata in alcuni elementi, o forse solo poco propensa a seguire l'allenatore. Quest'ultimo se possibile sarebbe uno scenario ancora peggiore. Immaginatevi quanto potrebbero incazzarsi, i tifosi della Sampdoria, se dovessero realizzare che questa squadra è diciassettesima in Serie B per un capriccio, perché Pirlo non piace al gruppo. Pagherà l'allenatore, che però è il dito che indica, di certo non è lui la luna. Da anni alla Sampdoria è così e noi, se permettete, siamo stufi marci.

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