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    Sampmania: siamo maturi (e Quagliarella ci dà di tacco anche mentre va in bagno)

    Sampmania: siamo maturi (e Quagliarella ci dà di tacco anche mentre va in bagno)

    • Lorenzo Montaldo
    Piccolo preambolo. Secondo me ormai Fabio Quagliarella fa colpi di tacco a tutto spiano, in ogni dove. Ma proprio ovunque eh, tipo anche in casa, quando va in bagno. Oplà, colpo di tacco ad alzare la tavoletta, oplà, colpo di tacco per chiuderla. Arriva in cucina e accende la macchina del caffé con una sforbiciata, poi semirovesciata per aprire la porta di casa e alla fine tac, un'altra bicicletta per spalancare la portiera della macchina. Sono convinto che entri volteggiando al Mugnaini manco fosse Carla Fracci alla Scala. Altrimenti non si spiega l'ennesima prodezza, questa addirittura più complicata di quella eseguita qualche mese fa contro il Napoli. L'eco mediatica è decisamente minore contro il Chievo, ma la giocata che abbiamo ammirato ieri al Ferraris era di una difficoltà estrema. Che poi, se ci pensate, una qualunque rete del numero 27 avrebbe fatto parlare tutta Italia. Anche il più facile dei tap-in da due passi. 'Ottavo gol consecutivo', 'eterno' e bla bla bla. Quanto sarebbe stato scontato e banale? Troppo, vuoi mettere unire tutto lo stivale pallonaro in un unico boato di ammirazione dopo una perla del genere? A proposito, cosa dicevamo una settimana fa della Nazionale?

    Mentre mi dirigevo barcollante verso il Ferraris, con quella sensazione di pienezza misto-abbiocco tipica del post pranzo, mi chiedevo chi me lo facesse fare. Ma perchè ingozzarsi a tutto spiano in fretta e furia? Perchè lasciare parenti vari e soprattutto i calamari ripieni ancora nel piatto per sobbarcarsi mezz'ora di macchina?  Perchè saltare il giro di amari e immergersi nel vento di Marassi? La risposta ce l'ha fornita questa Sampdoria quinta in classifica. Sorprendente, vivace, coraggiosa: tutti aggettivi che vanno benissimo, ma ce n'è uno che più di tutti secondo me calza a pennello. E' 'matura'.

    Lo avevo già notato contro il Parma, avevo pensato la stessa cosa durante la trasferta di Empoli, ne ho ricevuto la conferma oggi. La Sampdoria ha saputo attendere, senza farsi prendere dalla frenesia e alla voglia di strafare. Non era semplice, al cospetto di una formazione che ha fatto una sola cosa, ma l'ha fatta bene: sistemare il pullman davanti alla porta. I gialloblù hanno sistematicamente provato a sporcare le linee di passaggio doriane, raddoppiando su ogni portatore di palla e cercando di spezzare la manovra della squadra di casa. Oltretutto, il Chievo ha anche 'menato' anche parecchio, innervosendo una gara che la Samp non aveva alcun interesse a scaldare. Fino a quando i polmoni hanno retto, la formazione di Di Carlo ha tenuto botta. Poi però il fiato è finito, la qualità del Doria invece no. E con maturità, Ramirez e compagni ne hanno approfittato piazzando la zampata, per finire la preda in debito d'ossigeno.

    La gara però l'ha vinta anche e soprattutto mister Giampaolo. Quello che a prima vista poteva sembrare il solito consueto cambio scolastico (un trequartista per un trequartista) ha letteralmente stravolto il match, perchè l'ingresso di Ramirez ha lacerato l'incontro. Ad un osservatore attento non poteva sfuggire un particolare. Raramente Giampaolo fa cambi all'intervallo, anzi, non succede praticamente mai. Se si fosse trattato del consueto avvicendamento, sarebbe arrivato attorno al 60'. La sostituzione alla fine del primo tempo ha lanciato un messaggio ben preciso: Giampaolo ha letto la partita, e Ramirez l'ha spaccata. Alla fine ho concluso la giornata con la sensazione di non essere al 26 dicembre, ma in una domenica qualunque. Addirittura mentre tornavo a casa non mi sentivo nemmeno così appesantito. Quasi che avrei ricominciato il pranzo da capo. Quasi, eh?

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