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    Sampmania: sembra che questa stagione duri dieci anni

    Sampmania: sembra che questa stagione duri dieci anni

    • Lorenzo Montaldo
    Non ne posso più. Da qui a fine anno sarà durissima trovare qualcosa da scrivere nel commentare le partite della Sampdoria. Di che vuoi parlare? Di tattica, di soluzioni tecniche, di quali soluzioni può attuare Stankovic? Ma come si fa, quando la squadra è ultima in classifica, retrocessa a marzo, e con un’intera formazione - scarsa - out per infortuni o problemi fisici? Ieri nella trasmissione per cui stavo facendo la cronaca del match ci chiedevamo se il tecnico avrebbe potuto intervenire a gara in corso, sul 2-2, imputando a Stankovic un po’ poco coraggio. Effettivamente, il mio primo impulso sarebbe stato quello di dire che sì, qualcosa il mister serbo poteva variare. Alcune scelte non condivisibili l’allenatore in stagione le ha prese. Qualche esempio in ordine sparso: a Monza, sull’1-2 per noi, è rimasto in campo con due attaccanti, e ha subito il pareggio, contro la Salernitana invece, nella partita della vita, da non perdere a nessun costo, ha mantenuto in campo un’unica punta per oltre un’ora. L’ostinazione nell’inserire Murru ad ogni occasione, poi, è accanimento terapeutico.

    Però date un’occhiata alle riserve di ieri. A disposizione c'erano Ravaglia, Tantalocchi, Oikonomou, Yepes, Murru, Malagrida, Paoletti, Jesé e Quagliarella, oltre al corpo estraneo Sabiri. A leggerlo così, è un elenco che fa spavento. Se lo reciti al contrario davanti allo specchio, probabilmente ti appare Ferrero con tanto di corna, zoccoli caprini e odore di zolfo. Ma cosa vuoi intervenire, con una panchina del genere? Da qui a fine anno, sarà già un mezzo miracolo trovare undici elementi per affrontare tutte le partite. Altro che provare ad incidere con i cambi. Peccato, perché per una mezz’oretta la Samp ha anche giocato bene. Mezz’oretta eh, non di più, dal quindicesimo al quarantacinquesimo del primo tempo. Per il resto dell’incontro, la Juventus ha dominato, e i blucerchiati sembravano un guscio di noce buttato in mezzo all’Atlantico con il mare in tempesta.

    La polemica sul gol del 3-2 di Rabiot, da una lato mi trova d’accordo. Capisco il fastidio per aver subito un gol palesemente irregolare, il controllo con il braccio è evidente, ci sono alcuni fotogrammi dove si nota in maniera perfetta. E comprendo anche l’irritazione, la frustrazione e il senso di impotenza, dato che la Juve questa partita l’avrebbe vinta comunque. Troppo grande il divario, troppo forti i bianconeri, non hanno bisogno di ‘aggiustatine’. Però non vorrei sfociare in un’indignazione eccessiva. Il fallo di mano di Rabiot mi interessa relativamente poco, perché di certo non retrocederemo per un errore arbitrale allo Stadium. Non aggrappiamoci a questo episodio, rischieremmo di diventare patetici.

    La Samp andrà giù perché ha perso tutti gli scontri diretti, perché in casa ha fatto 3 gol e non ha mai battuto una diretta concorrente. Il Doria retrocederà per le partite con la Salernitana, il Lecce, il Monza, il Bologna e l’Udinese, di certo non per Juve-Samp. Poi in linea di principio le ingiustizie mi fanno ribollire il sangue. Ma mi sono alterato molto di più in altre situazioni: a Empoli, a Monza, con l’Atalanta o con la Lazio, tanto per citarne alcune.

    In un’annata così triste, da salvare c’è poco o niente. La legge di Murphy sostiene che, se qualcosa può andare storto, lo farà. Alla Sampdoria quest’anno è successo esattamente questo. Dal ritiro in poi, è stato un crescendo. Come se qualcuno - Chi? Non lo so, forse qualche demone con corna e zoccoli - avesse lanciato un anatema sul campionato. Dall’infortunio di De Luca ad agosto a quello di Audero e nuovamente di De Luca della settimana scorsa, passando per i teatrini di Di Silvio, le comparsate di Ferrero allo stadio, gli stipendi, le contestazioni, i comunicati, le voci sulla cessione, i casi Sabiri e Conti e chi più ne ha più ne metta (sicuramente dimentico qualcosa), ho l’impressione che questa stagione stia durando dieci anni. Non ne posso più, giuro. E di certo non sarà un tocco di mano di Rabiot ad esasperarmi, abbiamo fatto il callo a ben di peggio.

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