Getty Images
Sampmania: Schick è 'chic', ma Skriniar è una roccia
Uno scetticismo forse troppo affrettato, perché il giocatore slovacco era garantito dal marchio di qualità di Riccardo Pecini, lo scopritore di talenti di Corte Lambruschini, e vero elemento da blindare per assicurarsi un futuro solido. Lo stesso uomo mercato che ha certificato anche Linetty, tanto per intenderci, e pure Schick. In sostanza, oggi Patrik da Praga è sicuramente più 'chic', ma Milan lo slovacco è diventato una roccia. La crescita di Skriniar è stata meno evidente di quella dell’attaccante, ma più costante e continua. Oltretutto in un ruolo, quello di difensore centrale, che negli ultimi anni ha evidenziato una carenza generazionale piuttosto netta. Di Nesta e Cannavaro, in giro per l’Italia, non ce n’è più. Gli ottimi difensori costano parecchio. E non è un caso che a Marassi si vedano da inizio stagione emissari di svariate squadre estere, particolarmente attente alla maturazione di un giocatore che ha appena compiuto 22 anni. Nell’ultimo match giocato, quando la Samp faticava a fare gioco a centrocampo contro un’avversaria chiusa a riccio e attenta a difendere, si è pure messo ad impostare la manovra, partendo dalle retrovie e approfittando della pratica fatta con la sua nazionale, dove spesso viene impiegato mediano.
La crescita è passata anche attraverso gli inevitabili errori che si devono concedere ad un calciatore così giovane, catapultato nella realtà della Serie A, specialmente se interpreta un ruolo così delicato. Skriniar si è consolidato gara dopo gara, e lo ha fatto grazie a tre componenti. La prima, ovviamente, è personale: è stato bravissimo a lasciarsi alle spalle le incertezze che avrebbero potuto bruciarlo, ed il merito è soltanto suo. Ma se contro il Bologna Skriniar ha giocato, a mio modo di vedere, la sua miglior partita stagionale, un grosso ringraziamento lo deve anche ad altri due personaggi fondamentali per lui. Ad esempio a Silvestre, tanto per cominciare. L’argentino lo ha preso sotto la sua ala, gli sta insegnando il mestiere una malizia alla volta; giocare con professionisti del genere velocizza enormemente il processo di apprendimento. L’altro, invece, è Marco Giampaolo.
La maturazione di Skriniar è l’esempio lampante di come un allenatore capace di lavorare sui giovani possa incidere nella formazione di un calciatore. Giampaolo lo ha protetto, lo ha dosato, soprattutto non lo ha sostituito dopo le incertezze di inizio stagione. Gli ha spiegato i movimenti passo passo, sviscerando e analizzando ogni singolo piazzamento e diagonale. Gli ha trasmesso la passione per quella linea difensiva a quattro che sembra tracciata con il righello, e pure la sua maniacale attenzione per la fase di non possesso, quando il reparto deve “occupare tutti gli spazi”. Perché in fondo il calcio è questo: spazio, tempo e geometria. E Skriniar lo ha capito benissimo, grazie al suo mister.
@MontaldoLorenzo