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Giampaolo: 'Grazie alla Sampdoria porto il mio calcio in A, ambiente eccezionale'
Uno, ad esempio, è quello maturato domenica scorsa in rimonta con il Bologna: "Le vittorie sono tutte belle, quelle cosiddette impossibili poi danno a tutto l’ambiente una carica in più" ha raccontato proprio Giampaolo, doppio ex della gara di domenica con il Cagliari, ai microfoni di Radiolina. "Ora veniamo da tre successi consecutivi e quella contro il Cagliari si presenta come un’altra gara da vincere, ma io sono realista e so che le partite sono tutte difficili. Ogni match va contestualizzato, devi fare i conti con l’avversario e le vittorie passate non danno necessariamente garanzie. Il Cagliari è una buona squadra che ha perso qualche giocatore importante e ha dovuto cambiare spesso, quando non riesci a consolidare il tuo sistema incontri sempre qualche difficoltà. Nei valori individuali i rossoblù possono dire la loro" riporta Sampnews24.com.
"All’andata noi eravamo in costruzione, abbiamo sofferto soprattutto all’inizio l’intensità del Cagliari; poi siamo riusciti a cambiare la gara e pareggiare, ma nel finale quell’errore tecnico (di Viviano, ndr) ci condannò alla sconfitta. Erano gli inizi del campionato, man mano che la stagione va avanti i punti diventano più pesanti e le cose si fanno più complicate.
Giampaolo ha poi parlato di quella che lui intende come la 'filosofia' del suo calcio: "In una squadra l’allenatore rappresenta un’idea, poi i calciatori provano a metterla in pratica: più sono bravi i giocatori, più la tua idea diventa buona. La differenza la fa sempre la qualità del giocatore, poi sull’idea si può sempre discutere. In carriera un allenatore può subire alti e bassi per tantissimi motivi, per gestire le difficoltà servono anche le altre componenti: è facile quando vinci, ma decisivo quando le cose si fanno difficili. Io ho sempre avuto un’idea di calcio, che ovviamente ho modellato nel tempo perché si impara sempre qualcosa, oggi grazie alla Samp posso riproporla in Serie A. In Serie A esistono partite proibitive, con valori in campo molto diversi: per fare risultato con le grandi bisogna giocare la partita della vita, avere un pizzico di fortuna e trovare l’avversario non al 100%. Detto questo, non è facile neanche giocare contro l’ultima in classifica perché può sempre capitare la variabile impazzita".
"Qui a Genova ho trovato un pubblico fenomenale, ci ha sempre sostenuto anche quando qualcosa andava storto e abbiamo risolto qualche partita grazie alla spinta del Ferraris - prosegue il mister -. Il mio ricordo più bello di Cagliari? L’ambiente. Sono stato benissimo, così come la mia famiglia, e mi sono rimasti tanti bei rapporti con persone da cui ho ricevuto tanto affetto. Sau me lo ricordo quando da ragazzino veniva ad allenarsi con la prima squadra, era veramente un ragazzo promettente. Borriello è uno che respira gol, ho ancora negli occhi la rete segnata contro il Genoa, e quelle sono cose che non si insegnano: ha stoppato un pallone di testa mandando fuori tempo tutta la difesa".