Calciomercato.com

  • Getty Images
    Sampmania: scegliere la Samp oggi è un atto di coraggio immenso

    Sampmania: scegliere la Samp oggi è un atto di coraggio immenso

    • Lorenzo Montaldo
    Se siamo tutti d’accordo, proporrei di scordarci il prima possibile la partita con la Juventus. Passiamo oltre, lasciamo stare, una prestazione di tale tipo non è neppure un match tra due squadre di Serie A, ma un tiro al piccione privo di qualsivoglia logica di spettacolo e sport. Sapevo sarebbe andata così. La favola del club debole e in crisi, che si risveglia all’improvviso e sfodera la partita della vita, va bene per i film di sport americani. Anzi, in stagione già una volta avevamo tirato fuori dal cilindro qualcosa del genere, nella pazza settimana pre Derby, quando Ferrero era stato arrestato, D’Aversa esonerato, e nonostante tutto i blucerchiati avevano vinto la stracittadina, inanellando il filotto che consente, per ora, di non essere completamente avviliti e demoralizzati. Continuando di questo passo, però, rischiamo di sprofondare anche noi nella disperazione più cupa, che avvolge altre realtà.

    Cosa dite, buttiamo sul piatto tutto quanto e subito, poi ci dimentichiamo della Coppa Italia? Analizzare una partita conclusa con 27 tiri totali dei padroni di casa a 4 per gli ospiti, di cui uno soltanto in porta, è un bizantinismo inutile. Nella Samp vista a Torino non funziona nulla. Prima della gara ero convinto che la gita allo Stadium si sarebbe tramutata in una Caporetto, dopo centoventi secondi dal fischio d'inizio del match ho previsto una resistenza di massimo venti minuti. Ma mica perché io sia particolarmente dotato o intelligente, bensì poiché era lapalissiano che la Samp avrebbe tenuto duro nella migliore delle ipotesi metà tempo, con quell’atteggiamento, quelle capacità tecniche e quel forsennato pressing bianconero. Tra la formazione ‘B’ del Doria e le secondo scelte della Juve passano almeno due categorie di differenza. L'undici di Coppa blucerchiata, neppure troppo infarcito di riserve a ben vedere, è una compagine da cadetteria. Detto con tutto il rispetto, sia chiaro. Ma è oggettivo notare che, degli elementi scesi in campo ieri, almeno quattro abbiano un livello da calcio minore.

    Ho trovato pure abbastanza impressionante la pura difficoltà tecnica, da parte di professionisti, ad imbastire un qualsivoglia tentativo di uscita palla dalla difesa. Nei venticinque giri d'orologio antecedenti al gol di Cuadrado, in una decina di circostanze la Samp ha riproposto lo stesso canovaccio: palla al centrale di difesa, prova di scarico sul centrocampista, possesso perso nel tentativo di spostare la sfera tra la mediana e l’attacco. Difficile riuscire a far circolare la palla tra le linee se la cerniera centrale è composta da Thorsby, Rincon ed Askildsen, direte voi, ed effettivamente avete ragione. Cruciale sarà inserire Sensi lì, e recuperare Ekdal, perché un terzetto simile attualmente è improponibile per affrontare un intero girone di ritorno di Serie A. Le incertezze tecniche dei vari Murru, Augello e Torregrossa fanno da cornice al quadretto. Di solito, seratacce simili coinvolgono tutti i reparti, e Juve-Samp non fa eccezione. In effetti da salvare, nel martedì di Coppa, non c’è proprio nulla.

    Piuttosto, pensiamo allo Spezia. Io è da sabato che lo faccio, ininterrottamente. Servirà un’impresa. E qui veniamo al punto che più mi preme sottolineare. Non so se Giampaolo sia un pazzo, ad accettare un incarico simile, un idealista o soltanto una persona realmente appassionata alla Sampdoria, e desideroso di dare il suo contributo per salvare una squadra rimastagli nel cuore. Forse tutte e tre. Di certo, l’allenatore di Bellinzona ha tutto da perdere, e nulla o quasi da guadagnare a livello di carriera in una situazione del genere. Prendere il Doria, ora, non è una scelta banale, facile, di comodo. E’ un mettersi in discussione da capo a piedi, sgretolando tutte le proprie certezze su un lavoro, l’allenatore, sempre interpretato in una certa maniera e con determinate tempistiche da parte dell’ex Milan e Torino. Giampaolo, per salvare la Samp, dovrà violentare la sua natura e ripartire da principi impensabili in altri contesti. Scegliere la Samp oggi è un atto di coraggio immenso, se sei Giampaolo in questa fase della sua vita, e per certi versi una prova d’amore. Comunque vada, chapeau per il fegato e per le palle, mister. Se ci tiene in Serie A, fa un’impresa. Le auguro con tutto il cuore di riuscirci.

    Instagram
    @lorenzomontaldo
    Twitter
    @MontaldoLorenzo

    Altre Notizie