Sampmania: Rossi? I colpevoli sono altri
Le quattro sberle contro il Sassuolo lasciano il segno. La Samp risorge, si spegne, torna a galla e infine crolla e la netta sensazione è che quest’anno salvarsi dalla serie B sarà davvero difficile. Se in campo si è visto di tutto e di più, purtroppo quasi tutto in negativo, fuori e si è forse sentito di peggio. In mix zone si presenta il direttore sportivo Carlo Osti che dice serenamente di non aver notato che la Samp si era schierata in campo senza nessun nuovo acquisto e quindi con gli undici che due anni fa pedalavano in cadetteria. C’è da commentare? Sì parecchio, anche se le conclusioni balzano subito agli occhi. Se chi ha fatto il mercato non si accorge neanche che le pedine da lui scelte e portate a Genova non scendono nemmeno in campo allora è davvero ora di cambiare. Non l’allenatore ma lo sbadato direttore sportivo.
Quando ci sono problemi sul banco degli imputati va però sempre il tecnico; a giudicare, purtroppo per la Samp, ci saranno Carlo Osti, Rinaldo Sagramola e poi il presidente Garrone. Gli artefici del disastro sono loro ancora prima del mister che cambia formazione, a volte appare stordito e disordinato, ma non può avere di certo influire sul risultato se Costa in due minuti cambia una partita in negativo, se Gastaldello non fa una partita da serie A ormai da un mese, se Krsticic è l’ombra di sé stesso, se Gabbiadini non vede la porta neanche con il binocolo e se come trequartista la scelta è tra Bjarnason e Soriano.
L’allenatore è importante ma in campo vanno i giocatori e se questi non sono all’altezza si va in serie B. La Samp è imbottita di giovani che vanno aspettati, a dirlo è Carlo Osti, ma per aspettare i giovani devi dare alternative al mister altrimenti si è costretti a schierarli per arrivare a 11. Se per sostituire Krsticic e Obiang la scelta è Gentsoglou (classe 1990) c’è qualcosa che non va. Se la tua unica risorsa offensiva ad agosto era Gabbiadini (classe 1991), c’è qualcosa che non va. Se a sinistra la migliore alternativa è Gavazzi c’è qualcosa che non va. Per la cronaca le alternative di mercato sulla fascia mancina erano Brivio e De Ceglie, imprendibili per la società, e talmente nel cuore dei rispettivi allenatori che il campo le vedono si e no una volta la mese. Queste non sono scelte di Delio Rossi, queste sono scelte di Corte Lambruschini. Le speranze sono riposte nel mercato di gennaio ma siamo sicuri che affidare un’altra sessione di trattative a Carlo Osti possa far migliorare le cose? Vedremo, intanto a Firenze in caso di sconfitta Delio Rossi lascerà la Sampdoria a uno tra Zeman, Mangia o Corini. Pagando per tutti.