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  • Sampmania: risate isteriche e treni

    Sampmania: risate isteriche e treni

    • Lorenzo Montaldo
    Uno ci prova a partire con le migliori intenzioni del mondo. La rinascita, una nuova avventura, eterna gratitudine e bla bla bla. Però poi quando ti ritrovi alle dieci di sera bagnato fradicio, intirizzito, con i piedi zuppi e ancora venti minuti di agonia davanti, a ridere nervosamente e convulsamente con i tuoi compagni di stadio per uno stop sbagliato di Girelli o una scarpata di Askildsen, metti in dubbio davvero tante cose. Poi dicono che siamo sempre pessimisti però figli miei, vorrei conoscere il tizio che è felice e contento di spararsi un Sampdoria-Cremonese sotto al diluvio del Ferraris, in un agghiacciante martedì sera, con la tua squadra che galleggia nella parte bassa della Serie B. Ma cosa abbiamo fatto di male? Giuro, io non ho ammazzato nessuno, non getto petrolio nel mare, non rubo e non uccido foche o animali per passatempo.  

    Quella di ieri è stata una giornata di risate isteriche. Le prime mi sono scappate già durante la primissima mattinata, quando ho sentito (di nuovo) parlare di 'treno playoff' per la squadra di Pirlo. Ma quali playoff, quale treno: al massimo il Trenino di Casella. In questi giorni di treni ne ho presi fin troppi, causa tasso di piovosità genovese paragonabile a quello di Mawsynram (l'ho scoperto di recente, è la città più piovosa del mondo, sta in India), e non ne voglio più sapere per un po'. Oltretutto, questo discorso dei playoff lo sento fare da tempo. Mi ha sempre procurato un vero e proprio fastidio fisico, e ho sempre invitato a guardare le spalle. "Eh ma sei il solito negativo", "I sampdoriani sognano", "Il campionato di B è strano, ne vinci due e sei lì". Mah, sarà.

    Sampdoria-Cremonese ha dato il polso della differenza che c'è tra una squadra progettata per salire diretta come un treno, appunto, e una formazione con caratura diversa. Mai in partita i blucerchiati, mai pericolosi, slegati tra loro e con i calciatori lontani tra loro a tentare faticosamente - e senza successo - di imbastire tre o quattro passaggi di fila. Gli avversari ti hanno martellato in maniera incessante, e la sensazione netta era che anche giocando per ulteriori due ore non saresti mai riuscito a tirare in porta. Pirlo ha le solite attenuanti, le poche opzioni in panchina, gli acciacchi fisici etc, ma la squadra oggi sembra anche mal allenata e poco convinta. Anzi, a differenza di altre circostanze, mi ha dato anche la netta impressione di una formazione disorganizzzata. In più, i cambi potevano essere fatti prima. Ottanta minuti di ectoplasma Alvarez non li meritavamo, Ntanda poteva entrare prima e Verre poteva entrare punto, e Benedetti dopo mezz'ora di gioco era spompato (tanto è vero che è uscito per noie muscolari: sarà un caso?). Inoltre, la difesa a tre non la inventi in due settimane. Avevamo trovato un nostro assetto, perché stravolgerlo? 

    Un grande classico tra le obiezione che sento fare riguarda gli assenti: "Metti alla Samp tutti gli infortunati, ed è un'altra storia", "Quando avrai la squadra al completo, le cose cambieranno". Già, quando avrai la squadra al completo? Perché mi pare che, invece di recuperare pedine, stiamo perdendo dei pezzi per strada. E siamo a marzo. Quando avremo la squadra al completo? A maggio? Guardate che non serve più eh. L'ennesima risata isterica mi scappa se guardo i numeri di questa Sampdoria. I gol presi sono 42, 1 e mezzo a partita. In casa hai perso 7 partite su 14, avessi giocato al Ferraris, davanti ad un pubblico che ti incita non ti fischia mezza volta, saresti quindicesimo. Volete sapere il paradosso? In trasferta, saresti ottavo in piena zona playoff. Ditecelo, se è l'incitamento a spaventarvi, magari smettiamo. 

    Ultima risata isterica: nelle prossime quattro partite ti giochi letteralmente la vita. FeralpiSalò, Ascoli, Bari e Ternana. Sono quattro concorrenti dirette alla salvezza. Qui in palio c'è la tua pelle, sportivamente parlando. Spero di ritrovarmi tra un mese con un mezzo sorriso sul volto. Magari non proprio una risata serena, a pancia piena, mi basta un mezzo sorriso di allentamento di pressione. Mi auguro di non avere invece un ghigno alla Jack Nicholson in Shining, piuttosto. Altro che 'treno playoff'. Il treno dobbiamo stare attenti a non prenderlo in faccia.

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