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    Sampmania: quasi amici, alcune domande a Romei

    Sampmania: quasi amici, alcune domande a Romei

    • Lorenzo Montaldo
    Lo avete visto il film del 2011 ‘Quasi amici’? Se la risposta è no, ve lo sintetizzo in due righe. Racconta la storia di un rapporto improbabile tra due persone diametralmente opposte, che pure si ritrovano a condividere un cammino comune per convenienza e affinità. All’apparenza, c’è la stessa differenza che salta all’occhio tra Antonio Romei e Massimo Ferrero. La magione in cui convivono, è Casa Samp.

    L’avventura dell’avvocato Romei alla Sampdoria è cominciata parallelamente a quella di Ferrero. Anzi, se vogliamo è stato persino più importante del Viperetta nella nascita del sodalizio dal momento che, per diretta ammissione degli interessati, è stato lui il principale garante dell’avvento dell’imprenditore romano a Genova. “Sono stato il tramite tra chi rappresentava la famiglia Garrone e Massimo Ferrero. Non ho fatto altro che parlare a Ferrero dell’opportunità che poteva prospettarsi ma la decisione di comprare è stata la sua”. Parole e musica di Romei, datate ottobre 2014. “Eravamo nel mio studio a Roma e parlando di vari progetti del gruppo gli ho detto che avevo di nuovo incontrato l’avvocato referente dei Garrone e c’era questa possibilità”. La versione è stata poi sostanzialmente confermata dallo stesso Garrone. 

    Il presidente di Erg, nel celebre incontro con i tifosi della scorsa estate, si è lasciato scappare, forse per la prima volta seppure a mezza bocca, anche la sua verità in merito a una vicenda, quella del passaggio di consegne, che resta oscura e nebulosa. “Quando cedetti la Samp per volontà della mia famiglia all’unico che la voleva, ovvero Ferrero, mi sono detto ‘sono sicuro che la gestirà bene’ e così è stato” aveva ammesso tra i denti Garrone in quella circostanza. Credo che il nocciolo della questione sia proprio questo: se per superare i celebri ‘filltri’ è stata sufficiente l’autorità e la credibilità di un professionista molto apprezzato a Roma come Romei, arrivato per rappresentare ‘l’unico ad aver chiesto la Samp’, evidentemente le garanzie fornite da Romei in tale sede devono essere state particolarmente importanti. Di conseguenza, essendo lui il garante della buona gestione di un bene che appartiene sì formalmente ed economicamente all’attuale proprietà, ma moralmente ad altri - i suoi azionisti di dividendi emotivi, ossia i tifosi - è giusto e legittimo chiedere conto anche a lui dello sfacelo che sta interessando il Doria in questi tempi.

    L’esperienza di Romei alla Samp, però, è sempre stata ricca di contraddizioni e aspetti di cui pretendere spiegazioni. Perchè ad esempio l’avvocato, quando formalmente non figurava nell’organigramma societario, incontrava i giocatori, parlava con la stampa, trattava gli acquisti e le cessioni e rilasciava interviste in qualità di vicepresidente ‘in pectore’? E perchè, viceversa, gli interventi in questo senso sono drasticamente diminuiti, anzi, si sono quasi completamente azzerati da quando la nomina a numero due di Corte Lambruschini è stata formalmente ratificata? A rigor di logica, il comportamento sarebbe dovuto rimanere praticamente lo stesso. Altro interrogativo: perchè nei primi anni blucerchiati Romei ha voluto mantenere una posizione defilata e di basso profilo, salvo poi improvvisamente prendere le luci della ribalta?

    Di domande da fare all’avvocato Romei ce ne sarebbero milioni. Sarebbe bello chiedere cosa è successo realmente ad esempio nella serata del 29 marzo 2019, ma dubito che arriverebbe una risposta. Mi piacerebbe poi sapere quali sono i piani di crescita della società di cui lui ricopre l’incarico di vicepresidente. A giugno 2018, un anno e mezzo fa, non un decennio, Romei parlava così: “L’obiettivo di partenza era quello di patrimonializzare la Sampdoria e la nuova proprietà ci è riuscita. Aumentarne il valore e portarla il più vicino possibile a ridosso delle big, dove deve stare”. Alla luce dei recenti sviluppi, l’avvocato crede che sia ancora questo lo scenario? E se questo era l’obiettivo di partenza, quali erano i nuovi traguardi che si era prefissata la società?

    Altro ramo che ritengo estremamente interessante per un’indagine è legato ai rapporti tra Romei e Ferrero, i ‘Quasi amici’ di Nakache e Toledano. Si parla da tempo di frattura, di gelo, addirittura di assenza totale di comunicazione. Se le cose stanno realmente in questo modo, a cosa è dovuta la rottura? C’è chi dice ad una mancanza di fiducia, venuta meno in seguito alla vicenda della cessione societaria. E’ davvero così? L’aspetto più curioso però è un altro: se una mia fidanzata mi tradisse e rompessi con lei per mancanza di fiducia, non vorrei più vederla, e lei farebbe di tutto per scacciarmi. Perchè dovrei continuare non solo a frequentarla, ma a lavorare fianco a fianco con lei, pur non rivolgendole la parola?

    Ammesso e non concesso che i rapporti siano davvero gelidi (nessuno ha mai detto una parola a riguardo), per quale motivo Ferrero dovrebbe riconfermare la figura dell’avvocato anno dopo anno nei quadri societari? E perchè Romei, professionista di spicco e di certo oberato di eventuali altri impegni lavorativi, si sente in dovere di accettare l’onere pur essendo sulla carta cane e gatto con il proprietario? ‘Quasi amici’ purtroppo è solo un film. Di risposte non ne dà, e non ce n’è bisogno. Di spiegazioni invece il mondo Samp invece ne avrebbe una necessità disperata, e credo gli spetterebbero anche di diritto. Ma temo che, in una stagione in cui sono più i punti interrogativi dei punti sul campo, le incognite siano destinate a rimanere tali. D’altro canto, è pieno il mondo di gente che non lascia la fidanzata per convenienza o abitudine. E chi sono io per giudicare?

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