Getty Images
Sampmania: pregi e difetti della Samp di Ranieri
Alla Sampdoria, Ranieri ha trovato il suo Kanté, che però è norvegese, si chiama Thorsby e macina 11,38 km a partita, uno in più del secondo in classifica tra i blucerchiati (Jankto a 10,57) mentre là davanti a fare il Vardy c’è sempre l’eterno Quagliarella, 38 anni e 4 gol già in saccoccia, uno ogni due partite e, soprattutto, uno ogni 4 tiri. Il cinismo direi che non difetta. Per il momento a sir Claudio sta mancando il Mahrez della situazione, quello autorizzato a strappare in contropiede e a saltare l’uomo. Potrebbe incaricarsi del ruolo Keita. Per caratteristiche e capacità di accelerare è l’unico della Samp in grado di portare il fardello, ma al momento non abbiamo ancora potuto apprezzarlo sul serio. Temo non ci riusciremo neanche con il Bologna, e forse neppure a Torino. Sì, probabilmente gusteremo qualche spezzone dell’ex attaccante di Lazio e Monaco, magari pure di alto livello, lo abbiamo già ammirato in più di un’occasione, ma per averlo a pieno regime temo servirà ancora un po’ di tempo e, soprattutto, il pieno recupero fisico.
Insomma, di questa prima Samp stagionale ci sono parecchie cose che mi hanno convinto, e alcune che mi lasciano perplesso. Non mi è piaciuto per nulla, ad esempio, l’atteggiamento tenuto dai blucerchiati a Cagliari. La Samp in Sardegna è andata in gita, l’impressione – netta – era quella di una squadra appagata e soprattutto già tranquilla. E’ vero che commentare il match con i rossoblù è complesso, poichè fortemente condizionato dall’inferiorità numerica e da un rigore molto dubbio, ma è altrettanto vero ad esempio che l’espulsione di Augello è frutto di una leggerezza difensiva, derivante da un doppio errore di distrazione. Questa formazione ha dimostrato in passato di essere obbligata a giocare sempre in maniera battente, in special modo sotto l'aspetto quantitativo. Appena molla la presa, cala e si ‘normalizza’. L’anarchia tattica del Cagliari ha reso complessa la ricerca di punti di riferimento e delle giuste distanze per i giocatori di Ranieri, ma l’impressione che ho avuto è che la Samp concentrata e sul pezzo ammirata contro la Lazio non avrebbe avuto alcun problema a regolare Di Francesco, mentre il Doria tranquillo e senza pressione arrivato in Sardegna (ma pure visto nel derby) rischia di faticare con chiunque.
A questo discorso credo sia legata anche una statistica piuttosto curiosa. Degli 11 gol subiti, tutto sommato non troppi e anzi in linea con quello che è l’andamento di una Serie A in cui si segna tanto, soprattutto a porte chiuse, la Samp ne ha incassati 3 nei minuti che vanno dal 60’ al 75’ e ben 4, ossia il 37% del totale, negli ultimi quindici giri di orologio. Significa che la squadra di Ranieri, durante la mezz’ora finale delle partite, ha preso addirittura 8 reti, il 64% sul monte complessivo. In tutto il campionato, le avversarie dei blucerchiati hanno rifilato ad Audero 3 gol nei primi 45 minuti di gioco, e ben 9 nella ripresa, specialmente nella fase conclusiva di gara, quando la soglia di attenzione dovrebbe alzarsi.
Quasi speculare la statistica delle marcature fatte da Quagliarella e compagni: 7 messe a referto nel primo tempo, il doppio rispetto alle 4 della ripresa. Questi numeri possono anche essere letti tramite un’altra chiave, ossia quella della Samp che perde brillantezza se, con il passare dei minuti, cala il livello di intensità fisica . Anche in questo caso, la conclusione a cui si arriva è sempre la medesima: il Doria non può permettersi di specchiarsi, di gestire la partita e men che meno il risultato. Deve andare a mille, sempre, per mettere il prima possibile in cascina i 40 punti. La quota salvezza deve essere l'obiettivo principale, anzi, l'unico per questa formazione, considerando anche la coperta piuttosto corta in alcuni ruoli, sino ad oggi risparmiati da infortuni, squalifiche e quant’altro.
@lorenzomontaldo
@MontaldoLorenzo