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Sampmania: possiamo stare così tutto l’anno?
Certo, celebrare smodatamente ora sarebbe sbagliato. Forse rischio addirittura di portare sfiga. Ma contro la Samp, questa Samp, pur incerottata e corta, qualunque compagine sputerà sudore e sangue a Marassi. Che bel Doria! La squadra genovese si è presentata in campo determinata, convinta e, soprattutto, ha rispettato appieno ciò che le aveva indicato l’allenatore. Il mister, nei giorni scorsi, aveva chiesto ad Audero e compagni di non scendere in campo come la piccola squadra al cospetto della ‘big’ di turno. I suoi giocatori lo sono stati a sentire, e il tecnico di Giulianova lo ha riconosciuto nella conferenza stampa post gara. “Se domani entro nello spogliatoio e dico una cosa, adesso sono più credibile” ha aggiunto Giampaolo. Credo lo fosse già prima, a giudicare dalla reazione e dalla applicazione dei suoi calciatori.
Il Maestro, e lo chiamo così senza nessuna connotazione ironica, ha rifilato una bella lezione ad Allegri. Il suo 4-1-4-1 liquido si adattava con estrema facilità ad ogni angolo del campo, talvolta alzando gli esterni quasi come attaccanti aggiunti, talvolta abbassandoli sin sulla linea dei difensori. I costanti raddoppi dei laterali doriani sulle corsie hanno incartato le sgasate di Cuadrado e Kostic senza particolari patemi. Merito della prestazione immensa di terzini e centrocampisti, ieri giganteschi, ma merito pure dell’applicazione didattica di un allenatore che da mesi evidentemente lavora su tali meccanismi. Nel frattempo, al centro, Colley e Ferrari seviziavano a turno Vlahovic, spartendosi compiti e eventuali inserimenti. La partita la Samp l’ha pareggiata lì. Anzi, avrebbe potuto vincerla, con un pizzico di fortuna in più.
A proposito di Colley, il centrale è stato semplicemente perfetto. Mostruoso nella facilità con cui anticipava e controllava ogni giocata avversaria, a volte usando il fisico, altre il posizionamento. La sensazione è che gli siano state affidate (di nuovo) le chiavi della difesa, e che quest’anno in più il gambiano goda di una smodata conoscenza dei movimenti dei giocatori attorno a lui. Il reparto vive e respira in sincrono, la linea funziona e sono quasi certo ne gioveranno in parecchi. Ieri, comunque, nella Samp sono stati tutti eccellenti, a partire da Audero - non aveva mai iniziato una stagione così, quanto è importante la fiducia a simili livelli - per arrivare alle punte. Pure Caputo, ‘pizzicato’ da alcuni per un’incisività magari non eccelsa, ha in realtà offerto una prestazione di livello. Guardando le statistiche, ad esempio, si nota come l’attaccante blucerchiato vanti per distacco il maggior indice di rischio passaggio (53%, per dare un’idea il più vicino è Djuricic al 35%, il primo della Juve McKennie al 23%), e sia anche l’elemento con il maggior tasso di pressione ricevuta, il 62%, più di Vlahovic tanto per dire. Significa che Caputo è stato nel contempo il giocatore più pressato in campo, e quello con la maggiore propensione a rischiare con successo la giocata.
Rovinare questo primo, bel mattoncino posizionato ieri dalla Samp e da Giampaolo sarebbe un sacrilegio. L’allenatore, che non ha sbagliato né mezzo cambio né il tempismo delle sostituzioni, ha lanciato un segnale ben preciso inserendo Depaoli da mezz’ala. Dopo il triplice fischio, ha esplicitato il messaggio: “Qualcosa sul mercato bisogna fare per far sì che io non metta un terzino a fare la mezzala. Possiamo arricchire la rosa in maniera omogenea. Così, se Depaoli entra, gioca da terzino e non da mezzala”. Perfetto, cristallino. Non accontentarlo, sciupare il giochino di cui abbiamo avuto un primo assaggio ieri, avrebbe il gusto dello spreco. Ci piacerebbe assaporare altre serate così. Persino quando fa freddo e piove, va bene uguale.
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