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Sampmania: plusvalenze come a Football Manager
Cosa c’entra la Sampdoria con il sottoscritto che perdeva diottrie e belle occasioni davanti a Football Manager? E’ presto detto. La mia strategia era ben precisa: tre o quattro colpi di calciatori svincolati, magari di categoria leggermente superiore ma ormai sul viale del tramonto, e una riga imbarazzante di giovani prospetti provenienti da squadre improponibili sparse in giro per il globo. Su 10 acquisti, almeno 2 buoni li pescavo. Ora, la Samp attualmente è impegnata in una – comprensibile - caccia alla plusvalenza. C’è una differenza fortunatamente tra me e Osti: lui non compra a caso, e ci azzecca quasi sempre.
E’ però abbastanza evidente l’intento della Samp in queste prime settimane di calciomercato. Il Doria vuole assicurarsi subito i profili in grado di garantire il sostentamento economico del domani. Interessante notare come i blucerchiati siano in controtendenza rispetto a quella che è l’usanza tipica in queste situazioni. Di solito, le società alla caccia della plusvalenza facile pescano seconde punte o fantasisti dal Sudamerica come se non ci fosse un domani, al massimo qualche calciatore balcanico tutto genio e sregolatezza. La Samp invece con il Sudamerica ha sempre avuto poco feeling. Per questo motivo ha fatto scalpore ad esempio l’acquisto di Maroni: un colpo di questo profilo e con simili caratteristiche non si vedeva a Genova dai tempi di Correa. Anche a causa di ciò l’aspettativa è piuttosto alta. Se arrivasse anche Hurtado, rappresenterebbe davvero una novità epocale.
Piuttosto è curioso che il Doria abbia fatto la maggior parte degli innesti in difesa, il reparto meno usuale per le plusvalenze, dove sono già stati acquistati tre calciatori. Due per il futuro tutti da svezzare, ossia Chabot e Mulé, e uno con ulteriori margini di crescita ma che si è dimostrato già pronto alla Serie A, cioè Depaoli. In comune hanno l’età, verdissima: nessuno ha ancora compiuto 23 anni (classe ’98 Chabot, ’99 Mulé e ’97 Depaoli). Per la Samp però fare plusvalenze per merito della difesa non è una novità. In effetti, tolto Schick, gli incassi migliori degli ultimi anni sono arrivati, o arriveranno, grazie ai difensori. Il caso Skriniar ha fatto scuola, Andersen confermerà questo andamento. “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi fanno una prova”, diceva Agatha Christie, e a Genova sperano che Chabot e Mulé possano tramutarsi in prove a tutti gli effetti.
Logicamente, per far funzionare lo schema serve un allenatore in grado di plasmare calciatori. Giampaolo lo faceva meglio di chiunque altro, i tifosi del Doria si augurano che ci riesca anche Di Francesco. E' interessante notare pure un'altra novità in casa Samp, ossia che sta cambiando anche la miniera in cui scovare diamanti grezzi da trasformare in gioielli, poi venduti a caro prezzo. Una volta con Pecini il Doria pescava a ripetizione tra Polonia e Repubblica Ceca, sondando anche i mercati limitrofi come quello balcanico. Oggi, uno dei territori di caccia preferiti è l'Olanda, ma il Doria sta aprendo anche ad altri mercati: quello belga, ad esempio, ma l'attenzione si è posata anche sull'Italia e sui mercati più classici, come quello argentino. Si tratterà di una scelta giusta? Non lo so, mi auguro di sì, anche perché se la Sampdoria dovesse per assurdo sbagliare tutti i colpi - Dio non voglia - ne vedremmo delle belle. Non basterebbe riavviare il gioco (sì, lo ammetto, qualche volta lo facevo). Fortuna che Osti non gioca a Football Manager...
@lorenzomontaldo
@MontaldoLorenzo