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    Sampmania: ora non diventiamo bipolari

    Sampmania: ora non diventiamo bipolari

    • Lorenzo Montaldo
    Dopo Torino-Sampdoria ho letto dei commenti allucinanti. C'era chi chiedeva la testa dei giocatori e del mister (ma non è una novità), chi accusa la Samp di aver 'fatto pietà', chi ha tirato fuori il solito discorso trito e ritrito del crollo primaverile e della mancanza di attributi nelle partite che contano. Ho persino trovato qualcuno che definiva la formazione di Giampaolo una squadra 'da picchiare'. Ve lo giuro, ho tenuto lo screenshot, ve lo mando su Instagram se volete. Stiamo parlando della stessa Sampdoria dipinta come fantastica due giorni fa, dello stesso undici che ha battuto con merito il Milan. Se però poi guardo l'attuale situazione della Serie A, vedo che il Doria è lì, a meno tre dall'Europa League, ancora pienamente coinvolta in una maxi bagarre che comprende Atalanta, Lazio, Roma e proprio i granata. Dopo aver osservato la classifica, non contento do anche un'occhiata ai risultati di giornata e mi accorgo che il Napoli ha perso a Empoli, che la Lazio è uscita sconfitta a Ferrara e che la Roma è stata fermata sul pareggio dalla Fiorentina. Senza scordarsi del Milan, imbrigliato dall'Udinese, e in attesa dell'Atalanta, messa di fronte al Bologna. Non il Bologna di Inzaghi, attenzione, ma il Bologna di Mihajlovic. Un Bologna completamente diverso dalla compagine arrendevole di inizio stagione. Cosa vuol dire tutto ciò? Che da qui a fine campionato, ogni domenica succederà letteralmente di tutto. Benedetta sia la lotta per non retrocedere!

    Viene da chiedersi quindi se questo disfattismo abbia una valenza reale, o se invece non sia per caso figlio di quella che secondo me è  la preoccupante deriva di una (esigua) parte del pubblico blucerchiato negli ultimi anni. Mi riferisco all'usanza di lasciarsi condizionare dai risultati in maniera totalmente disequilibrata, anche a distanza di poche ore. Questo bipolarsimo ci appartiene? Io dico di no. Oltretutto, giova ricordare che soltanto un girone fa avevi chiuso il ciclo di ferro con Atalanta, Sassuolo, Milan, Torino, Roma e Genoa totalizzando cinque punti in sei partite. 0-1 in trasferta a Bergamo, pareggio a reti inviolate con i neroverdi, 3-2 a San Siro, 1-4 al Ferraris contro la squadra di Mazzarri, identico punteggio a Roma (ma per i padroni di casa) e 1-1 nel derby. Totale, 6 reti segnate e 12 subite. Ad oggi, hai già totalizzato un punto in più firmando 8 gol e incassandone appena 7. Sono soltanto cifre, è vero, ma si tratta di numeri che restituiscono una Sampdoria viva, che non ha più subito le famose imbarcate e che soprattutto è una squadra consapevole e per nulla arrendevole.

    Poi logicamente non è il caso di nascondere la testa sotto la sabbia: c'è il campo, c'è l'analisi del singolo match, e la diapositiva dello scontro con il Toro restituisce un'immagine piuttosto brutta. La Samp non ha giocato bene, anzi, è stata a lungo in balia di un avversario organizzato e fisico. E' un po' come quando vedi per la prima volta una foto in cui pensavi di essere rimasto a metà tra George Clooney e Alberto Angela (sì, ho scoperto da poco che viene ritenuto un sex symbol), e invece sullo schermo ti ritrovi in misto tra Stanlio e Ollio, però meno fotogenico. E' inaspettato, e per questo motivo lo shock è doppio, anche se alla fine quello ritratto sei sempre tu, con i tuoi pregi e i tuoi difetti. Non è bastata mezz'ora – anzi, facciamo venticinque minuti – di Samp volitiva per nascondere le rughe e le imperfezioni di una squadra stanca, imballata e incapace di imporre il suo fraseggio a centrocampo. Bravo Mazzarri a imbrigliare la manovra blucerchiata con pressing asfissiante, con un gioco molto ruvido e fisico e con un reparto mediano folto, in grado di sovrastare i dirimpettai blucerchiati. Aveva fatto la stessa identica cosa all'andata, con risultati persino migliori. Sta diventano una brutta abitudine, quella di lodare il mister granata, lo so. Anche le statistiche del match raccontano di una Samp arrendevole. Bastano soltanto i tiri a dipingere un quadro fedele: 14 tentativi a 6, 7 occasioni da gol contro le 4 doriane (neppure particolarmente clamorose). I granata hanno corso molto di più (102 chilometri contro i 99 blucerchiati) e ad una velocità superiore, insomma, hanno meritato di vincere. Peccato per una Samp che si è svegliata tardi, un po' come l'autore del gol Gabbiadini, che nonostante la rete è stato il peggiore tra i blucerchiati. Cosa che mi sorprende parecchio. Ah, piccolo inciso: probabilmente non sarebbe cambiato nulla, ma Belotti secondo me non avrebbe dovuto finire la partita dopo la gomitata rifilata a Colley, costretto ad uscire. Per stendere un bestione del genere oltretutto non deve essere stata una carezza, un rosso se lo meritava tutto.

    Adesso a Genova arriverà la Roma. Saranno giornate lunghe, e in tanti le vivranno oscillando tra la più cupa disperazione e l'estemporanea esaltazione. Il tutto scandito dal ritmo di un grande classico, quella frase così buffa, simpatica e divertente che recita: “E anche quest'anno, in Europa ci andiamo l'anno prossimo”. Solo a scriverla, mi viene l'orticaria. Può anche essere che vada a finire così, per carità, ma questa formazione non è un castello di carte pronto a crollare al primo soffio di vento. E' una squadra che non si scoraggia e che merita fiducia. Spero di non cambiare idea nelle prossime due ore. 

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