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Sampmania: oggi nessuna ironia sul Maestro Giampaolo?
Volete sapere perché oggi nessuno apre bocca? Semplice: ieri abbiamo ammirato di sicuro la miglior Sampdoria della stagione, probabilmente pure la più bella degli ultimi due-tre anni. Sono bastate due settimane, al mister di Bellinzona 'con la faccia triste e da becchino' per penetrare nella psiche dei suoi giocatori, permeando i suoi calciatori con le famose conoscenze, spesso citate a sproposito e con tono dispregiativo. La splendida Samp ammirata al Ferraris ha schiantato il Sassuolo tramite le idee, la convinzione dei propri mezzi e la consapevolezza scaturita da un impianto rodato, collaudato e ponderato. Più forti di tutto, anche di un arbitraggio ai limiti del surreale. E dirlo dopo un 4-0, fa paura.
Giampaolo ha dimostrato di non essere integralista, anzi. Ha variato assetto in corsa, ha costruito la sua squadra su Sensi - delizioso - e su Candreva mezz'ala. Una settimana fa, tutti terrorizzati di fronte alla prospettiva. Ora non vola più una mosca. Difesa compatta, formazione che si muove a memoria, meccanismi arretrati e registrati in fase di non possesso, stop alle palle lunghe, basta alle spizzate e ai calcioni in avanti. Il nuovo Doria è gioco in verticale, senza mai dare la schiena al pallone, tempi azzeccati e primi movimenti in sincrono dei reparti. Che meraviglia. Fateci caso, pure gli elementi in difficoltà, o maggiormente appannati negli ultimi periodi, collocati all'interno di un ingranaggio oliato si ritrovano e trasfigurano. L'esempio lampante è Caputo. L'aspetto pazzesco è che, a Giampaolo, sono bastate meno di due settimane di lavoro. Grazie, mister, sul serio.
Oltretutto, il primo Doria a Marassi di Giampaolo ha evidenziato pure un’evoluzione programmatica rispetto alla sua ultima Samp risalente al 2019. Il possesso non è più l’aspetto preponderante, idem la fitta rete di passaggi a cui ci aveva abituato. Contro i neroverdi, la palla l’hanno gestita gli ospiti, 61% a 39%, effettuando molti più tocchi (497 a 323). Candreva e compagni hanno mantenuto un baricentro bassissimo, a 42,5 metri di media, ‘aspettando’ quasi il Sassuolo, e disinnescandolo con una battaglia molto più tattica di quanto si possa pensare ad un primo, superficiale sguardo. Cosa significa tutto ciò? Semplice. L’allenatore di Bellinzona ha indossato l’elmetto e si è calato nella lotta salvezza. Non ha preteso di svolgere lo stesso lavoro fatto durante le sue precedenti estati blucerchiate, ma ha plasmato e modellato le sue certezze in base alla situazione contingente. Niente forzature, solo spirito di adattamento e visione realistica del momento blucerchiato, segno evidente dello studio e della ricerca operati dall’allenatore in questi mesi di lontananza dal campo.
A venare con una piccola scia di tristezza un pomeriggio altrimenti perfetto ci si è messo l'infortunio di Manolo Gabbiadini. Auguriamogli il meglio, ci aveva tenuto a galla nel momento peggiore, unica luce in un desolato nulla. Spero sul serio che il suo problema, in realtà, sia di poco conto. Non se lo meriterebbe proprio. Le ultime voci parlano di un ritorno di Giovinco. A mercato chiuso, non c'era molto altro da fare. Francamente non ho seguito troppo di recente il fantasista per poter avere un’opinione in merito. Spero abbia ancora il guizzo e le capacità di rapidità e tecnica abituali ai tempi di Parma e Juve. Nel listone degli svincolati, per caratteristiche è il più congruo al calcio della nuova Samp. Per fortuna, ora al timone abbiamo il Comandante Giampaolo. Vi ricordo che Quagliarella la sua miglior stagione in carriera l'ha vissuta a 35 anni suonati, e una grossa fetta del merito va a quel signore in panchina allora, e in panchina oggi. Avanti, con Giampaolo. La Sampdoria è con lui, tutta quanta.
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