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    Sampmania: non son quattro? Poco male

    Sampmania: non son quattro? Poco male

    • Lorenzo Montaldo
    Potevano diventare quattro. Quattro successi consecutivi per agganciare il Torino (e superarlo, dato che i granata hanno perso contro la Roma), 12 punti utili per stabilirsi saldamente in quella parte sinistra della classifica che è obbiettivo dichiarato della Sampdoria. Una vittoria importante per rilanciarsi in vista di un ciclo di tre incontri che si completa con la trasferta di Palermo e lo scontro casalingo con il Pescara. In sostanza, un lungo conto alla rovescia prima del derby di sabato 11 marzo.

    Così non è stato, ma la squadra di Marco Giampaolo ha ben poco da recriminare, e men che meno ne hanno motivo i tifosi. Quello con il Cagliari è un punto giusto, meritato e da tenersi stretto, perchè certifica la ritrovata solidità di una squadra che sa anche... non vincere. Sembra un paradosso, ma non è così scontato. I successi con Roma e Milan e la remuntada operata ai danni del Bologna avevano galvanizzato l'ambiente, ma esisteva anche il rischio che questa squadra si reputasse capace di portare a casa punti pesanti soltanto con prestazioni, diciamo così, eroiche. Quelle partite che non puoi fisiologicamente giocare ogni volta che scendi in campo, altrimenti staresti lottando per lo scudetto.

    La Samp di Giampaolo, da squadra matura, per l'ennesima volta in stagione è stata capace di rimontare allo svantaggio, ha avuto anche le sue buone occasioni per strappare ai rossoblù tutta la posta in palio, ha pure sofferto nel finale rischiando pure di vedersi scippare il pareggio da una goffa uscita di Viviano (arrivata però dopo due salvataggi miracolosi del numero 2 doriano). Alla fine, contro il Cagliari è arrivato un punto che sfata il mito della squadra 'bestia nera' della Samp e che è utile per rosicchiare centimetri sul nono posto.

    "Non ci fidiamo dei rossoblù", aveva detto Giampaolo, e aveva ragione. La squadra di Rastelli, ordinata e compatta, ha risposto colpo su colpo alle giocate blucerchiate, dimostrando di essere una compagine tutt'altro che spenta e poco vivace. Tra le note positive, ovviamente l'eroe di giornata è stato Fabio Quagliarella. Il suo gol arriva come una liberazione, che scaccia la crisi e che dà il via libera alle lacrime a lungo trattenute dopo un periodo stressante a livello personale durato cinque lunghi anni, vissuto in silenzio e senza ostentazione, nella maniera più intima che si può. Ma anche la prestazione di Torreira merita una citazione particolare. Raramente ho visto un giocatore poco più che ventenne trattare la palla in quella maniera, ancora più difficile è trovare un regista con una simile lettura anticipata del gioco e delle situazioni di campo: c'è poco da fare, Lucas da Fray Bentos, Uruguay, è destinato ad una carriera sfavillante: grazie a questo campionato, se ne sono accorti tutti.

    I novanta minuti del Ferraris però lasciano anche qualche dubbio sui balbettii e i tentennamenti dei due terzini, parsi decisamente in difficoltà. Giampaolo avrà tempo e modo per lavorare su questo aspetto, nel settore è uno specialista. Il Doria, nel frattempo, si risveglia con la pancia piena e una nuova consapevolezza: sa soffire e convince, anche quando non è eroico. E poco male se non è arrivata la 'quarta': solamente un girone fa, i punti in saccoccia nelle stesse identiche erano 0. E se oggi nello stesso identico lasso di tempo ne sono arrivati 10, il merito è anche di una squadra che è maturata. Poco male se non si vince.

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