E' sempre la stessa storia. Ci sono due squadre la cui classifica è abbastanza solida, a cui manca pochissimo per salvarsi e che fatalmente si incontrano in un momento del campionato non del tutto decisivo. Ed ecco che scatta la corsa al biscotto, alla torta, chiamatela un po' come volete. Ad un accordo a non farsi male, per la serie 'meglio due feriti che un morto'. E' il caso per esempio di Sampdoria e Chievo Verona, che a Marassi - nel solitamente non troppo spettacolare match di pranzo - si trovano una di fronte all'altra. 

Serve un segnale per convincere tutti che invece sarà sfida vera. I due allenatori blindano le squadre, le portano in ritiro anticipato per non abbassare la concentrazione. Mossa da non sottovalutare, perché Corini e Delio Rossi di calcio ne sanno. Non vogliono la torta, perché sarebbe un pessimo spettacolo del calcio italiano che torna a ruggire in Europa e prova a dare nuovo appeal al suo campionato. Niente biscotti, per favore: è anche quello che chiedono i tifosi blucerchiati. 

Dopo aver fermato tutte o quasi le grandi, questa suona un po’ come una prova di maturità per la Sampdoria. Contro Chievo e Parma si gioca in casa, servono punti per dare l'ultima accelerata in classifica e lasciarsi alle spalle antichi fantasmi. Delio Rossi è pronto a fare la guerra e negli ultimi tempi ha alzato l'asticella: va bene la salvezza, ma la sua Samp vuole puntare alla parte sinistra della classifica.

Nuovi obiettivi, nuove motivazioni per un gruppo che ormai segue il suo allenatore come fosse un vate. Non può sognare di più, perché il ritardo accumulato è gigantesco, ma per lo meno vuole divertirsi e far divertire. Il calcio è anche questo, e allora la speranza è proprio quella di lasciare a casa i biscotti e mettersi tra i denti il coltello, perché il Chievo è squadra tosta ma una volta battute Juventus, Milan e Roma nessuno può più far paura. Per i dolci ci sarà tempo a fine stagione.