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    Sampmania: non può piovere (per) sempre

    Sampmania: non può piovere (per) sempre

    • Lorenzo Montaldo
    Non ci soffermeremo sull'episodio del rigore: ognuno, dopo averlo visto e rivisto trarrà le sue conclusioni. Io un'idea me la sono fatta, ma la terrò per me. Detto ciò, comunque, la Sampdoria non avrebbe meritato di uscire dall'Olimpico, allagato come ai tempi delle battaglie navali al Circo Massimo, con neppure un punto in più in classifica

    Certo è che ieri ogni minima congiuntura ha giocato contro ad una squadra volenterosa, orgogliosa e capace di rimontare, come già fatto con l'Atalanta, lo svantaggio iniziale. Dzeko, Totti, Salah, Perotti ed El Sharaawy non sono Gomez e Paloschi ma il dna di questa Sampdoria è quello di una compagine in grado di lottare ad armi pari con calciatori ben più blasonati e pagati. Davvero un peccato perdere così, insomma, ma dall'Olimpico la Samp ritorna con una certezza: i sei punti iniziali non erano frutto del caso, ma di un'organizzazione maniacale e di una cura dei dettagli che fanno di Marco Giampaolo l'arma in più di Corte Lambruschini. L'allenatore perfetto su cui modellare un futuro di plusvalenze e di formazioni stravolte ad ogni calciomercato (perchè questo sarà il domani blucerchiato, ormai si è capito chiaramente).

    Sampdoria bagnata, Sampdoria 'sfortunata' insomma (diciamo così, suona meno amara la beffa confezionata nel recupero). Motivi per sorridere durante il viaggio di rientro a Genova però ce ne sono parecchi. L'ossatura di questa Samp è solida e affidabile: in porta c'è un mostro, il vero fenomeno di questa squadra. Uno che quando vede il giallorosso si esalta, uno che viene tenuto troppo poco in considerazione all'interno del panorama calcistico italiano; potere della pubblicità, chissà. Silvestre al centro della difesa è tornato quello di due anni fa - forse la brutta copia era quello formato Zenga/Montella - e Torreira in mezzo al campo è un predestinato. Converrebbe godersene ogni minuto, tra qualche stagione ce lo gusteremo solo in Champions League. 

    Discorso a parte lo merita l'attacco: Muriel per il momento nelle gambe ha 60 minuti, ma in quell'ora di gioco si capisce perfettamente perchè tutti parlino del colombiano come di un predestinato. Il gol, poi, è una meraviglia. Nel film 'Amici miei' c'era una definizione perfetta di 'genio': veniva descritto come "fantasia, intuzione, decisione e velocità di esecuzione". Ecco perchè quello di Luis è un vero colpo di genio. C'è tutto, qualità tecnica, giusta sfrontatezza, meravigliosa messa in pratica di un'invenzione pensata due secondi prima di tutti. Il dubbio di tutti era se la tenuta mentale dell'ex Udinese fosse davvero mutata, dopo le ultime stagioni altalenanti. Ebbene, una giocata del genere fuga parecchi dei miei dubbi. Se non sei psicologicamente pronto, un colpo così non lo provi nemmeno. Non riesci a sobbarcarti una responsabiltà simile. Quel pallone provi a controllarlo, non lo calci diretto in porta. Ci sono gesti e attimi che ti fanno dire 'sì, qualcosa è cambiato'. Il tiro al volo di Muriel è uno di questi. Le partite passano, il rendimento non cala: la maturità forse a 25 anni è arrivata davvero. Di fianco a lui c'è un esempio positivo per il calcio. Quagliarella ha passato abbondantemente i 35 anni, ma lotta come e più di un ragazzino di 20. Averlo in squadra migliora il rendimento di tutti, i compagni lo sanno e lo seguono.

    La nota dolente è la corsia mancina: troppo poco sino ad ora Pavlovic, disastroso nella mezz'ora a sua disposizione Dodò. L'unico neo della partita apparecchiata da Giampaolo può essere il duplice cambio Dodò-Skriniar, ma il mister doriano avrà tempo e modo per correggere gli automatismi. Bisogna fidarsi della sua capacità di giudizio, ce lo ha fatto ampiamente capire.

    La partita con la Roma non sarà una battuta d'arresto, bensì una presa di consapevolezza. Questa Sampdoria può fare risultato con il Milan, può fare risultato quasi con chiunque. "Non può piovere per sempre", dicevano ne Il Corvo. Non ci saranno sempre diluvi a spezzare gambe e ritmo ai blucerchiati, nè rigori al 93' minuto. E allora sì, che saranno i ragazzi di Giampaolo a sorridere.
     

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