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    Sampmania: non è mai troppo tardi

    Sampmania: non è mai troppo tardi

    • Lorenzo Montaldo
    Diciamo la verità, chi avrebbe scommesso un centesimo su questa Sampdoria prima del fischio d'inizio? Io, sarò onesto, ero completamente sfiduciato e poco ottimista. L'Atalanta mi sembrava un ostacolo insormontabile, specialmente con una squadra rimaneggiata, infarcita di scommesse e di giocatori poco impiegati fino a questo momento. Lo ammetto, ho pensato "perdiamo questa, e pure il derby". Per fortuna, Giampaolo aveva ragione e io mi sbagliavo. Nella serata più difficile, la Sampdoria si è ritrovata in trasferta. I blucerchiati non sono ancora guariti, ma almeno come aveva detto il tecnico di Giulianova il Doria ha dimostrato di essere 'ferito ma non morto'. Il successo di ieri conta doppio, anzi, triplo. Vale per il morale, per la classifica, e anche per gli scontri diretti: in questo modo la Samp è saldamente davanti all'Atalanta, avendo vinto due gare su due contro la formazione di Gasperini. Soprattutto, la Samp non ha perso terreno dal treno per l'Europa. E arrivare al derby reduci da una vittoria fuori casa, oltretutto maturata in questo modo, regala tutta un'altra condizione mentale in vista del match che proprio non si può sbagliare. 

    La notizia più importante è che questa volta la Samp ha saputo reagire. C'era riuscita pochissime volte in campionato. Finalmente i blucerchiati non si sono squagliata dopo il pareggio avversario, non hanno preso il gol del 2 a 1, ma si sono riversati in avanti sapendo che un solo punto li avrebbe tolti dalla corsa europea. È stato un Doria cinico, una formazione convinta, una 'squadra', nella miglior accezione possibile del termine. Prendete Caprari: si è scrollato di dosso l'etichetta di attaccante poco lucido sotto porta con un gol stupendo. Era difficile controllare in rapidità quella palla, ancora più complicato era mantenere la freddezza necessaria per pensare quel colpo sotto a scavalcare Berisha. Prendete Zapata: aveva sciupato poco prima una ghiotta opportunità, e in un paio di circostanze il panterone doriano era parso lento impacciato. Poi, la zampata. Il tocco per superare il portiere, e quella palla che rotolava lenta in rete inseguita da Masiello mi hanno tolto almeno un anno di vita. Prendete Capezzi: era chiamato a sostituire il giocatore più determinante dell'intera rosa nella giornata più complicata, ed era la sua prima da titolare. Ne è uscito alla grande. Merita una seconda occhiata, anche per dare un po' di riposo a Torreira. Prendete, soprattutto, Praet. Nella Sampdoria senza Silvestre, Torreira, Quagliarella e almeno ad inizio gara Ramirez il ruolo di leader era rimasto vacante. Se lo è caricato sulle spalle il belga, senza strepiti e senza gesti plateali. Ha disputato una partita perfetta, intelligente e disciplinata, ma impreziosita dalla qualità che aveva messo anche nelle ultime uscite, con la Samp in difficoltà. 

    Aver visto una Sampdoria del genere a Bergamo, vi dirò, mi ha fatto anche arrabbiare. Perché se si ritorna con la mente a tutte le occasioni sprecate senza giocare, senza lottare, senza grinta nè mordente, viene da mangiarsi le mani. Nessuno a Genova pretende risultati sempre e comunque, nessuno si aspetta di vincere ogni partita. Dannazione, i tifosi della Sampdoria non hanno neppure la presunzione di veder giocare sempre bene la squadra. Il tifoso della Sampdoria però vuole almeno notare l'impegno. Ieri non abbiamo visto giocatori passeggiare, o calciatori che toglievano la gamba. Non c'era nessuno che si risparmiasse con la promessa più o meno valga di un futuro altrove, o al Mondiale. E forse viene da pensare che davvero non è mai troppo tardi. Sarebbe un miracolo, ma non si sa mai.

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