Calciomercato.com

  • Getty Images
    Sampmania: nessuna nuova, buona nuova. Elogio della 'noia'.

    Sampmania: nessuna nuova, buona nuova. Elogio della 'noia'.

    • Lorenzo Montaldo
    "Nessuna nuova, buona nuova". Quante volte lo abbiamo sentito? Oggi però il vecchio modo di dire si presta alla perfezione per descrivere il mercato della Sampdoria. Ormai non ero più abituato alla calma e alla tranquillità mentre tutti rincorrono impazziti questa o quella notizia, cercando di venire a capo del (divertente, lo ammetto) rebus che è il calciomercato. Per i giornalisti, è un incubo. Poco male, penserete voi a ragione. Quella invernale è per definizione una sessione di 'riparazione' e quindi serve per correggere gli errori e le imperfezioni commesse in estate. La Sampdoria aveva bisogno di aggiustatine? Al netto del calo fisico registrato tra fine novembre e la prima metà di gennaio, probabilmente no. Chiaro, ogni squadra ha la possibilità di migliorarsi, l'asticella si può e si deve alzare sempre, è l'ambizione che genera l'evoluzione. Probabilmente anche i blucerchiati avrebbero potuto sistemare qualcosa nel loro assetto tattico, magari qualcuno si aspettava qualche innesto per allungare un po' la coperta: anche io, come tanti sostenitori doriani, sarei stato felice se la dirigenza avesse deciso di rimpolpare il centrocampo e le fasce. Ma aver riconfermato tutti i protagonisti di questa prima metà di stagione è già di per sé una vittoria. Andare a toccare alcune dinamiche interne di formazione poteva rivelarsi un'arma a doppio taglio: ad oliare troppo alcuni meccanismi già rodati si rischia di inceppare ugualmente il motore.

    La domanda da cui si deve partire credo che sia questa: si poteva migliorare la formazione tipo? La risposta secondo me è no. A gennaio, il mercato lo insegna, le squadre organizzate non cedono i pezzi pregiati. Le compagini che hanno lavorato bene, quelle organizzate e che possiedono i giocatori interessanti, non li vendono. Guardate la Juventus, il club che ritengo sia uno dei modelli a cui aspirare per gestione: i bianconeri hanno forse toccato qualcosa tra gli uomini a disposizione di Allegri? Domanda retorica. E se persino il Napoli non riesce a trovare un giocatore 'di livello', in grado di andare a intaccare l'undici ideale, figurarsi quanto può essere complesso per il Doria. Magari la Samp poteva assicurarsi qualche rimpiazzo utile in vista della prossima fisiologica apnea. Ad esempio, avrei visto di buon occhio l'innesto di un Giaccherini, o di un calciatore di quel genere. Ma la decisione di confermare in blocco il gruppo che ha issato Giampaolo e i suoi uomini sino al sesto posto è altrettanto legittima e comprensibile.

    Anche resistere alle sirene di mercato non era così scontato. Prendete la vicenda Caprari. Avrebbe avuto senso cederlo dal punto di vista economico? A certe cifre, penso proprio di sì. Assicurarsi una plusvalenza di 4-5 milioni su un giocatore già ipervalutato in estate dopo soli sei mesi di militanza in blucerchiato per Ferrero e Romei si sarebbe rivelata una vera e propria manna dal cielo. Poi però ci sono le valutazioni tecniche: Giampaolo difficilmente avrebbe potuto farne a meno, e sarebbe stato altrettanto complicato reinvestire una parte di quella cifra su un giocatore simile al numero 9 blucerchiato. Difficile individuare un calciatore capace di mantenere allo stesso livello la media della squadra e acquistabile a gennaio. Senza contare poi il fondamentale messaggio lanciato alla Serie A: la Sampdoria non ha fretta di vendere, e ha il potere sufficiente per togliere dal mercato con un comunicato ufficiale un suo giocatore. Per venire a Genova e lasciare la città con i gioielli blucerchiati servono soldi, parecchi, e bisogna rispettare tempi e modi decisi dalla società. E' un sottinteso basilare per costruire una propria credibilità. Qualche dubbio me lo lascia la vicenda Puggioni, al di là delle valutazioni personali e di 'pancia' di ciascuno, che sono soggettive e altamente rispettabili. Un fondo di incertezza a livello tecnico c'è: avere un secondo portiere come 'Puggio', per una squadra come la Samp, era un lusso. Rinunciarci puntando tutto su una scommessa tipo Belec è un rischio, un azzardo che onestamente avrei evitato.

    Gennaio, più che il mese degli stravolgimenti, è il periodo in cui le squadre di livello iniziano a gettare le basi per il mercato di giugno. Penso che la Samp si sia mossa sottotraccia per quanto riguarda questo fronte, ed è una buona notizia perchè la tanto invocata 'programmazione' non è niente di meno e niente di più. Per una volta, accontentiamoci di un po' di sana vecchia noia. Ci prepareremo ad un'estate di fuoco, fortemente condizionata dagli eventuali traguardi sportivi. Ecco perchè vi chiedo di ricordarvi sempre un concetto semplicissimo: alle volte, anche annoiarsi non è poi così male. Anzi, dopo sette sessioni di mercato condite da fuochi d'artificio, è persino una bella novità.

    Altre Notizie