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    Sampmania: le operazioni Falcone e Thorsby sono perfettamente logiche, ed indignarsi è inutile

    Sampmania: le operazioni Falcone e Thorsby sono perfettamente logiche, ed indignarsi è inutile

    Ripeterò per la milionesima volta, in caso dovesse servire, un concetto già ribadito in mille salse e piacevole come il mal di denti che mi ha risvegliato all’improvviso alle 3..30 della notte scorsa: la Sampdoria, per fare mercato, deve prima cedere giocatori. Poi, soltanto ‘poi’, potrà operare in entrata. Marco Lanna e Daniele Faggiano lo hanno detto in tutti modi. Non fatevi fuorviare da quella frase del presidente ‘Non siamo costretti a cedere i big’. C’erano un numero spropositato di ‘se’ e ‘ma’ nascosti sotto. Troppo delicati gli equilibri di un club in autogestione, per potersi permettere licenze poetiche. Hanno cercato di inculcare in ogni modo questo concetto, eppure a qualcuno ancora non è andato giù. Le prime mosse ufficiali di mercato, logicamente, vanno in tale direzione. Fuori Falcone, fuori Askildsen, e ora fuori Thorsby. Tutto ampiamente prevedibile e preventivabile. Eppure il malumore inizia a serpeggiare, in particolare per quanto riguarda Thorsby e Falcone. Cerchiamo però di leggere i movimenti in una maniera più asettica possibile, senza critiche preconfezionate.

    Il doppio affare con il Lecce lo trovo piuttosto logico e anzi, ritengo sia stato condotto nella maniera più intelligente. Sia Askildsen che Falcone sono stati ceduti in prestito con diritto di riscatto e controriscatto. In pratica, la Samp si è riservata il diritto di valutare tra un anno, con una diversa situazione societaria alle spalle - si spera - il rendimento dei due calciatori. Askildsen era una riserva, neppure tra le prime scelte lo scorso campionato. Può avere margini di miglioramento, tutto quello che volete, ma non si tratta di un movimento ad oggi capace di intaccare il valore medio della squadra. Il nodo spinoso è Falcone. Anche nel caso specifico, condivido le valutazioni di Corte Lambruschini.

    La Samp, con la questione Falcone-Audero, si è trovata di fronte ad un bivio: Giampaolo aveva a disposizione due potenziali titolari, logico pensare di cederne uno. Ritengo che la cifra tecnica complessiva del numero uno e del numero dodici blucerchiato sia all’incirca la stessa. Sono due buoni portieri, perfettamente adatti alla dimensione doriana. Gli uomini mercato genovesi hanno ragionato su un aspetto molto semplice: per realizzare la stessa plusvalenza, avrebbero dovuto dare via Audero ad una cifra iperbolica, ampiamente fuori mercato, dal momento che ad oggi l’eroe della salvezza a bilancio pesa ancora per 15,8 milioni. Inoltre Audero, di due anni più giovane di Falcone, potrebbe ulteriormente ritoccare verso l’alto il suo valore a seguito di un buon campionato. E con la scarica di adrenalina immagazzinata nel finale di stagione, non escludo una partenza a razzo dell’ex Juve. Falcone, dal canto suo, dopo anni di titolarità in Serie B e solo antipasti di Serie A, agognava una stagione da protagonista nella massima categoria italiana. Direi che se la merita pure, a sto punto. Non mi sembrano riflessioni così poco condivisibili, o tali da suscitare un’insurrezione popolare. Anche perché la Samp, nel ruolo, rimane coperta.

    Il caso di Thorsby è diverso. Non sono mai stato un grande fan del norvegese, ora lo posso dire. E’ un giocatore generoso, innegabile, e per le ultime Samp viste era un calciatore fondamentale, da contestualizzare però con gli allenatori transitati da Bogliasco, la loro idea di calcio e, soprattutto, con il livello medio dei compagni. Si tratta di  valutazioni appunto da rapportare con quella che era la rosa della Samp e le sue guide tecniche. Nel gioco di Giampaolo, ad esempio, un Linetty è incomparabile ad un Thorsby, e l’unica zolla di campo in cui si potrebbe impiegare l’ormai quasi ex numero 2 blucerchiato è già occupata da Rincon. Tra l’altro, il venezuelano è elemento dotato di qualità diverse rispetto a quelle di Thorsby, specie in fase di circolazione della palla e di geometrie. Il sacrificio quindi, se la Samp sopperirà alla partenza del mediano ecologista, non mi pare così drammatico. A maggior ragione se l’area tecnica dovesse individuare un profilo con caratteristiche maggiormente confacenti alla filosofia del mister. Anche con Thorsby, peraltro, è plusvalenza secca. 

    A lasciarmi perplesso della questione Thorsby, se mai, è la quotazione del calciatore. Se confermate, le cifre - 3 milioni più bonus - sono basse. Al Mugnaini si sono ritrovati Certo, il contratto in scadenza tra un anno e la nulla volontà di rinnovare da parte del ragazzo assunto a simbolo a lungo dalla Samp e da buona fetta della tifoseria hanno contribuito. Ma è probabile che abbiano inciso pure i desiderata di chi si occupa della sua gestione professionale, oltre che dello stesso giocatore. Non è che per Thorsby si potessero spuntare 10 milioni, con queste premesse: qualcosa in più, forse sì, ma di certo non importi principeschi. Quindi, prima di lanciare la croce addosso all’operato societario, aspettiamo di vedere come e con che tempistiche Lanna, Faggiano e Osti sopperiranno a queste tre partenze. L’isteria di massa mi fa sorridere: uno dei mantra con il precedente proprietario era ‘lasciamoli lavorare’, e all’attuale timoniere doriano non concediamo neppure il beneficio del dubbio?

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