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    Sampmania: l'ora di puntare i piedi

    Sampmania: l'ora di puntare i piedi

    • Lorenzo Montaldo
    Con un campionato che ha più ben poco da chiedere e da offrire, dal punto di vista degli stimoli e della classifica, a Genova sponda Sampdoria il calciomercato ha iniziato ad impazzare due mesi prima rispetto al solito. Siamo ancora a fine aprile, eppure già si rincorrono le indiscrezioni su questo o quel giocatore ma, soprattutto, circolano notizie più o meno veritiere riguardo ai vari prolungamenti di contratto che la Samp ha in programma.

    E per non farsi mancare nulla le ultime notizie raccontano le complicazioni sorte attorno a tre giocatori: Skriniar, Torreira e Schick. Guarda caso i tre giovani più interessanti di proprietà di Corte Lambruschini, guarda caso i giocatori più appetiti sul mercato. Guarda caso, la spina dorsale su cui Marco Giampaolo vuole costruire il Doria del futuro. Ma qui non discetteremo della veridicità o meno delle indiscrezioni. Partiamo da un presupposto: non sono mai stato – e non lo sono tutt'ora - un fautore della teoria del 'lasciamolo in panchina sino al 2020' enunciata a suo tempo per Torreira. Intanto perchè non è sindacalmente corretto, e poi perchè si tratterebbe di una mossa stupida e suicida dal punto di vista economico. Detto ciò assumiamo, in linea generale, che gli agenti dei tre giocatori stiano realmente nicchiando sul prolungamento di contratto (che per la verità, in tutti i casi, è già piuttosto lungo) e soprattutto sulla clausola rescissoria.

    E' vero, la Sampdoria ha tratto giovamento dalla loro esplosione. Ha visto moltiplicarsi il suo capitale, perchè gli investimenti hanno fruttato. Ha ottenuto risultati sportivi, si è fatta pubblicità a livello nazionale – tutti parlano del Doria fucina di talenti – e ha colmato la scollatura che si era creata con il tifo dopo la disastrosa stagione 2015-2016. La Samp, insomma, ci ha guadagnato dalla crescita delle sue scoperte. Però siamo sicuri che i tre talentini blucerchiati non abbiano ricevuto in egual misura rispetto a quanto dato, e forse pure qualcosa di più? Siamo sicuri che la carriera, ad esempio, di Schick sarebbe stata la stessa approdando in una squadra come la Roma? Dove si sarebbe ritrovato all'ombra di Dzeko, Perotti, El Sharaawy e Totti? Oppure che sarebbe esploso ugualmente arrivando all'Inter, dove il suo 'collega' Gabigol stenta e arranca? Siamo sicuri che Skriniar, se si fosse accasato alla Juventus, non avrebbe fatto la stessa fine di Rugani, considerato uno dei più promettenti centrali a livello continentale e ridotto a sgomitare tra Bonucci, Chiellini, Barzagli, Alex Sandro e Dani Alves? Siamo sicuri che Torreira sarebbe diventato lo splendido regista che è senza gli accorgimenti di Giampaolo, senza la fiducia che gli ha dato da subito la Samp, perdonandogli i primi (rari) errori, i primi (rari) passaggi sbagliati? E se invece che arrivare a Genova fosse approdato, che so, al Milan in continuo mutamento? O al Napoli dove la concorrenza in cabina di regia è feroce? Oppure anche al Sassuolo, che ha vissuto una stagione difficile, o al Bologna che spesso si è trovato in difficoltà?

    Ci voleva una combinazione astrale abbastanza unica per vivere un'esplosione del genere. Il classico 'posto giusto al momento giusto'. Le qualità ci sono, è evidente, ma servivano anche altre componenti. Ad esempio c'era bisogno di una piazza tranquilla, che perdonasse gli errori (ricordate le prime giornate di Skriniar?). Poi un allenatore paziente, uno di quelli che sa come gestire i giovani, con quali tempistiche e con quali metodologie. Era necessario un gruppo forte, con giocatori d'esperienza pronti a prendere sotto la propria ala i ragazzini lanciati per la prima volta nella Serie A: Silvestre-Skriniar, Barreto-Torreira, Quagliarella-Schick: vi dice qualcosa? Sono pure uno per reparto. E poi serviva anche una proprietà disposta a scommetterci in maniera forte, un campionato con qualche acuto nelle occasioni che contano, come ad esempio le due gare di Milano. Ci voleva, insomma, la Sampdoria 2016-2017. Nè più nè meno.

    Ecco perchè per i blucerchiati ora è arrivato il momento di sbattere i pugni sul tavolo. O di puntare i piedi, fate un po' voi. Perchè è giusto ricordare a entourage, procuratori e agenti vari che sì, il calcio è una questione d'affari, e che la carriera viene prima di tutto, ma è pure altrettanto corretto riportare alla loro memoria il fatto che qualcosina questi ragazzi alla Samp lo devono. E che, per riflesso, anche loro sono in debito con la Samp.Forse è il momento di restituire un po' di quello che la Samp gli ha fatto trovare. Le basi per una carriera luminosa, ad esempio. Questo è un regalo che si porteranno dietro per sempre. Il minimo che si possa fare, è cercare di fare - anche - il bene del club.

    @MontaldoLorenzo

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