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Sampmania: l'odiosa obiezione de 'il mercato è lungo'
Quando, discutendo di Samp, mi sento rispondere "il mercato è ancora lungo, qualcuno compreranno", ribatto che si sta affrontando la questione dall'angolazione sbagliata. Il problema non è il 'se', e neppure il 'quanti', men che meno il 'chi'. Il vero problema è il 'quando' . Cedere pezzi pregiati senza avere già in pugno un sostituto è un errore. Uno sbaglio che ad esempio il Sassuolo non fa: Ferrari è incedibile, a meno che non arrivi un altro centrale. L'Augsburg si è infuriato con la Samp, tanto da interrompere i negoziati per Hinteregger, perchè la notizia del tentativo blucerchiato è trapelata prima che i tedeschi avessero individuato un sostituto. Gli esempi potrebbero continuare all'infinito, ma una società organizzata opera in questo modo. E' inutile poi puntare il dito sulle altre squadre, che gonfiano i prezzi per approfittare della vasta disponibilità doriano. L'errore è a monte, ed è della Samp. L'altra pecca della dirigenza è stata quello di ignorare completamente il volere di Giampaolo. Che il mister desiderasse partire per il ritiro con la difesa più o meno assestata era lapalissiano. E onestamente credo che sia anche il motivo per cui l'allenatore blucerchiato si è sfogato in questo modo.
Molti poi controbattono alle critiche ricordando che l'anno scorso anche gli Skriniar, i Linetty e gli Schick erano semisconosciuti, e si sono trasformati in insostituibili con il passare del tempo. Vero anche questo, ma sperare ogni anno nella 'pesca miracolosa' mi sembra quantomeno sconsiderato. Non so voi, ma a me una squadra fatta da 8 scommesse e 3 certezze qualche brivido lo procura. Per amalgamare una squadra serve tempo, calma, poca pressione e la possibilità di lavorare sin dall'inizio dal punto di vista mentale, prima ancora che fisico. Non basta catapultare nuove realtà in un ambiente dove le variabili in gioco, tra successo e fallimento, sono troppe. Si può anche innescare un ciclo continuo di raffiche di acquisti e cessioni selvagge, per carità, ma non parliamo poi di progetto, o di traguardi ambiziosi. Anche perchè, come dice Giampaolo (che di calcio ne capisce sicuramente più di me e penso anche di tanti altri), "Miglioro se mantengo i migliori e se migliori lì dove devi. Se cedo i migliori non posso avere la presunzione di migliorare, ma l'umiltà di lavorare per cercare di ricostruire". C'è una bella differenza. Anche perchè, citando ancora il mister, "Il miglioramento passa dal consolidamento di quello che si ha, sul quale vai a innestare piccoli valori aggiunti". E io sono convinto che la strada da seguire sia davvero questa.
@MontaldoLorenzo