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Sampmania: l’importanza della memoria; ti aspettiamo, Emiliano
Un altro infortunio capitatogli all'interno di una stagione nata sotto una stella sfortunata, coincisa anche con l’infrazione dello scafoide che gli ha fatto saltare 14 partite a cavallo tra ottobre e gennaio. Un’annata travagliata per il numero 2 di Fiesole, e che gli è piombata tra capo e collo forse nel miglior momento della sua vita calcistica. Beffa amara per un portiere che, lo scorso anno, ha giocato 37 partite su 38 senza saltare mai nemmeno un minuto: 3.300 in Serie A, se non è un record poco ci manca.
E qui torniamo al discorso della memoria a lungo termine. Quella che manca spesso nel mondo del calcio, quella che i tifosi della Sampdoria devono necessariamente conservare nei confronti di chi, neppure dodici mesi fa, ha tenuto a galla da solo una barca già mortalmente inclinata, vicinissima ad affondare. C’è poco da dire: a maggio 2016, Viviano aveva appena salvato da solo la Sampdoria. Quei due rigori in sequenza, contro Sassuolo e Lazio, non me li scorderò mai. Così come i tanti interventi determinanti nell’arco di un trittico di gare (Sassuolo, Lazio e Palermo) che hanno garantito alla Samp una permanenza in Serie A per certi versi immeritata. E’ stato in quelle occasioni che il legame tra Viviano e la Sud, già solido, si è cementato. Ed è stato in quei momenti concitati che il pubblico blucerchiato si è reso conto di aver affidato la sua porta a quello che attualmente è uno dei migliori interpreti del ruolo a livello italiano.
Puggioni, il numero uno dei numeri dodici, ha consentito alla Samp di non avvertire la mancanza del titolare. E’ stato bravissimo, dovrà esserlo ancora. Ma nessuno tra gli appassionati del Doria creda neppure per un secondo di poter fare a meno di Emiliano Viviano. La memoria nel calcio ha memoria breve, è vero, ma noi non ci dimenticheremo di te. Ti aspettiamo in campo, a Genova ovviamente. E non pensare neppure per un attimo di andartene da qualsiasi parte. Vogliamo vederti ancora parecchio in blucerchiato, magari da Capitano. Sappiamo benissimo che è un sogno condiviso.
@MontaldoLorenzo