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    Sampmania: gita di (dis)piacere

    Sampmania: gita di (dis)piacere

    • Lorenzo Montaldo
    Quali parole si possono utilizzare per analizzare una sconfitta per 7-3, oltretutto maturata in maniera molto particolare? Commentare la partita della Sampdoria è impossibile, anche perchè la gara di fatto è durata solo 20 minuti. I blucerchiati sono rimasti aggrappati al match soltanto un quarto d'ora e poco più, sino alla rovinosa caduta di Skriniar che ha generato il rigore del 2-0 e l'espulsione del centrale slovacco. Pure in parità numerica, contro una Lazio lanciata a pieno regime nella sua corsa all'Europa, il match dell'Olimpico era una partita improba. Dopo il raddoppio, in 10, l'incontro si è trasformato in una lenta e sanguinosa attesa del fischio finale. Un massacro che gli appassionati giunti sino a Roma, o seduti di fronte al televisore, non meritavano. Una gita ingiustificabile e inaccettabile per la truppa doriana. Questa squadra ha fatto cose meravigliose, punteggiate da alcune cadute rovinose che rischiano di macchiare un campionato nel complesso positivo. Ma quel che conta è la percezione che si ha di questo torneo, e un finale su questa falsariga può produrre scorie tossiche capaci di avvelenare la sorgente doriana. In vista del prossimo campionato, che deve essere di riconferma e quindi per questo motivo ancora più complicato, si tratterebbe di un'eredità pesantissima. Non scordiamolo mai.

    Più facile è analizzare alcuni episodi. Ad esempio l'ingenuità di Skriniar, un errore che a un difensore classe 1995 si può perdonare, considerando anche le prestazioni di livello altissimo offerte dal giocatore sino ad oggi. La gara dell'Olimpico ha detto anche che Dodò non è adatto alla Sampdoria, e che sulla sinistra la Samp ha un grosso, gigantesco problema. Un punto debole in cui le frecce biancocelesti si sono incuneate con crudele continuità, come avevano fatto gà all'andata. Ma questo già si sapeva. La partita con la Lazio ha evidenziato i limiti di Djuricic, che ha sul groppone una clamorosa occasione sbagliata ma attenzione a giudicare il serbo solo per un nuovo passaggio a vuoto: si è ritrovato a dover fare l'attaccante e il centrocampista, chiuso dalla gabbia preparata da Inzaghi con l'obbiettivo di limitare la pericolosità doriana tra le linee. Difficile ragionare quando c'è un Biglia di questo livello a ringhiarti sulle caviglie. Djuricic era forse il più atteso, ha sbagliato partita, ma merita una seconda occhiata. Magari in una gara più consona alle sue qualità. 

    In molti hanno anche crocifisso Giampaolo per il cambio Schick-Regini; si tratta di una sostituzione che capisco, considerando che l'attaccante ceco non era al meglio in settimana, che la Samp aveva bisogno di ritrovare una parvenza di assetto difensivo e che Quagliarella, esperto mestierante, aveva più possibilità di reggere il peso dell'attacco in un momento psicologicamente difficilissimo. Giampaolo si è preso tutte le colpe della disfatta, forse persino qualcuna in più di quelle che gli spettano. Atteggiamento giusto da parte di un allenatore che deve sempre schermare la squadra, ma la presa di posizione del mister non deve diventare un alibi per alcuni giocatori spenti e mentalmente scollati da un campionato che ha più poco da offrire dal punto di vista della classifica. Forse sarebbe meglio pensare meno ai rinnovi contrattuali, e più alla dignità da mantenere in queste ultime partite della stagione.

    Per concludere questo Sampmania prendiamo in prestito le parole di Puggioni, che come al solito evidenzia una sensibilità rara all'interno del mondo del calcio. “Abbiamo ferito una maglia storica con un risultato che non appartiene a questa squadra. Non esistono parole, le scuse vanno conquistate sul campo già da domenica prossima”. Perchè si può accettare una sconfitta, anche pesante, e si può concedere una giornata storta ai blucerchiati. Non la gita di (dis)piacere.

    @MontaldoLorenzo

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