2015 Getty Images
Sampmania: il minimo sindacale, vietato abbassare la guardia
Ora, però, è tempo di tornare con i piedi per terra. La Samp fa visita al Frosinone, in un 'pericoloso' - termine da prendere con le pinze in questo caso – clima di festa sugli spalti. Per carità, il gemellaggio e la trasferta libera sono una vittoria per questo sport. Ma sul campo, beh, sul campo è tutta un'altra storia. Il Verona ferito a morte, e per questo ancora più temibile, e il Frosinone che ospita un abbordabile Udinese sono congiunture potenzialmente devastanti. Così come il dato che evidenzia la difficoltà della Samp nel calarsi nella mentalità della lotta salvezza. In tempi recenti solo nel '99 e nel 2011 i blucerchiati si sono ritrovati in zona retrocessione: sappiamo tutti come è finita.
La Sampdoria è una gran dama, storicamente abituata a palcoscenici di primo piano: quando si ritrova a sgobbare nei teatri di periferia, si spegne e fatica. Bisogna accantonare la vanità, e lasciare spazio ad un po' di sano realismo. La stagione 2015-2016 è e resterà fallimentare, a prescindere dal risultato finale. Perchè la permanenza in Serie A, per una squadra di questo tipo, dovrebbe essere un traguardo scontato. E a dirlo non sono i tifosi, ma i programmi dirigenziali annunciati a settembre. Si parlava di parte sinistra della classifica, traguardo totalmente svanito salvo un incredibile finale al momento difficilmente ipotizzabile. E la ferita aperta dall'Europa soltanto assaporata in una terribile notte a Torino pulsa ancora.
Ecco perchè la Samp, magari trascinata da Cassano, perchè no, deve fare risultato al Bentegodi, Ecco perchè i tifosi, rinfrancati dai 3 punti di domenica, devono ricordarsi che dalla partita con l'Hellas passa gran parte del futuro doriano. Ed ecco perchè i giocatori, e soprattutto loro, non devono affrontare il viaggio in Veneto come se fosse una gita di piacere. Il 2-0 con il Frosinone non è un'impresa, ma il minimo sindacale. E non va dimenticato troppo facilmente.