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    Sampmania: finalmente! E aveva ragione Montella

    Sampmania: finalmente! E aveva ragione Montella

    • Lorenzo Montaldo
    Era impossibile che la Sampdoria perdesse questa partita. Facile dirlo ora, penserete voi. E in effetti è così. Ma il clima che si era creato attorno alla truppa blucerchiata lasciava presagire che quella con il Frosinone potesse essere la gara della svolta, la pietra angolare di una stagione. Così è stato, i tre punti di oggi sono oro e ossigeno, e vanno divisi in parti uguali: un punto alla squadra, un punto all'allenatore, e un punto al tifo.

    Marassi ha letteralmente sospinto la Samp attraverso una giornata fredda di pioggia e vento, l'ha accompagnata per mano, e se Soriano e compagni oggi torneranno al Mugnaini rilassati lo devono anche ai tifosi. Si pensa spesso che professionisti pagati fior di quattrini ed abituati ad affrontare stadi ribollenti siano impermeabili ad ogni condizionamento esterno: l'esempio della Sampdoria è la dimostrazione lampante che non è così.

    Un capitolo a parte lo merita Montella. E l'Aeroplanino si merita anche un 'mea culpa' da parte del sottoscitto. Ho sempre sostenuto che fosse un grande tecnico, e che la Samp non potesse augurarsi nulla di meglio dell'ex allenatore della Fiorentina. In settimana, però, in tanti hanno imputato all'allenatore troppa tranquillità, e una serenità (almeno di facciata) eccessiva. Tutti abbiamo chiesto al mister di abbandonare almeno momentaneamente la ricerca del bel gioco per puntare sulla concretezza: mi aggiungo anche io al novero di quelli che lo imploravano per avere una squadra brutta ma concreta. Montella è rimasto fermo sulla sua convinzione: anche giocando bene questa squadra può fare punti. Così è stato, perchè la prestazione offerta dal Doria è stata per larghi tratti perfetta, o quasi. Aveva ragione lui.

    Cosa è cambiato, rispetto ad una settimana fa? Poco, pochissimo sul piano dello scheletro tattico. Stessa difesa a 3, stesso centrocampo di fantasia con la sola novità De Silvestri al posto di Ivan (impiegato spesso fuori ruolo), stessa linea di trequartisti dai piedi delicati e dalla tecnica sopraffina alle spalle dell'unica punta. Radicale invece è stata la trasformazione sul piano mentale. La Samp raddoppiava, triplicava, inseguiva rabbiosa l'avversario in possesso, sradicava palloni e ripartiva veloce.

    I blucerchiati lottavano anche da terra, giocando finalmente per 90 minuti senza irritanti pause. Bava alla bocca, chiedevano ai tifosi. La Samp ha finalmente interiorizzato il concetto, e ha giocato da... Frosinone. Con la grinta di una squadra che deve salvarsi, e con i piedi di una compagine da Europa. Già questo è un gran bel passo avanti.  

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