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    Sampmania: il freddo nel cuore, ma non ce lo meritavamo

    Sampmania: il freddo nel cuore, ma non ce lo meritavamo

    • Lorenzo Montaldo
    Con il freddo nel cuore. Mentre resto immobile sui banchi semivuoti della tribuna stampa del Ferraris a completare le pagelle di Sampdoria e Lazio, è questa la parola che continua a rimbalzarmi in testa: 'freddo'.  Freddo che sale dalle postazioni di metallo da cui guardiamo la partita, e che in serate del genere convogliano il gelo meglio di un iceberg, freddo che si insinua tra maglioni, impermeabili e maglie termiche. Ma il freddo non è solo quello dell'aria e del vento che abbraccia il Ferraris, no, è anche il termine che meglio descrive il groppo di sensazioni nell'immediato post partita. E' il freddo che ti scende nel cuore quando ripensi ai due gol che hanno consegnato alla Samp un risultato che non si merita. Forse sarà colpa dei 3 gradi genovesi (percepiti: -42°, manco in Siberia) ma sospetto fortemente che la rimonta romana abbia contribuito alla mia ipotermia.

    Peccato. Davvero. Nella notte del Ferraris ho visto una buonissima Samp. Una squadra che non avrebbe dovuto perdere, e che pure torna a casa con zero punti in saccoccia e tanti rimpianti. Inutile negarlo, la mischia al 91' con Caicedo che trafigge Viviano ha gelato i blucerchiati, quelli in campo e quelli sugli spalti. E riuscirci in una serata del genere non era per nulla facile, ve lo garantisco. La squadra di Giampaolo sino al gol del pareggio di Milinkovic Savic aveva disputato una di quelle partite che ormai siamo abituati a vedere tra le mura amiche: intensità, qualità, idee e gioco. Ecco perchè le due coltellate di Inzaghi ci hanno lasciato intontiti. A sorprendere è un dato: sino ad oggi in casa la Samp aveva subito due reti soltanto dall'attacco stratosferico della Juventus. Giampaolo ha blindato la retroguardia con la sua maniacale attenzione ai dettagli e ai particolari, e proprio su questo aspetto Quagliarella e compagni hanno costruito le loro fortune. Eppure la Lazio ha punito i blucerchiati approfittando di due distrazioni, due cali di tensione che per inciso si possono anche accettare, qualunque squadra li accusa. Da questa Samp però non te li aspetti. 

    Nella sconfitta che impedisce al Doria l'aggancio al quinto posto, e che forse sancisce definitivamente quali saranno le cinque squadre che lotteranno là davanti sino al termine del campionato, ci sono varie componenti. C'è come detto prima la disattenzione, c'è un po' di sfortuna e un pizzico di mancanza di lucidità. C'è una gestione sbagliata da parte dell'arbitro di cartellini e fischi e pure – spiace dirlo – una gestione dei cambi forse non impeccabile da parte di Giampaolo. Alla formazione blucerchiata è mancata anche la corsia mancina: con Praet sottotono e Murru in difficoltà, per Marusic e gli altri biancocelesti era semplice infilzare il lato sinistro doriano.

    Consoliamoci con un paio di annotazioni: un buon Ramirez dopo l'evanescente trasferta di Bologna, e un buonissimo Bereszynski a destra. Forse la partita del polacco è stata la migliore sino ad oggi nella sua esperienza genovese. La Sampdoria ha trovato un terzino destro, finalmente, e ha trovato pure un bomber: Zapata ci mette sempre lo zampino, anzi verrebbe da dire lo zampone, viste le dimensioni dei quadricipiti del panzer blucerchiato. Con il centro a Strakosha, sono 6 reti in campionato. Contando anche i 5 assist, parliamo di numeri di tutto rispetto. Forse non è abbastanza per impedirmi di rimanere assiderato, ma è un inizio. Anche perchè non ce lo meritavamo proprio, tutto questo freddo. 

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