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Sampmania: giù le mani da Viviano
La differenza tra Viviano e me (oltre ai riflessi, all'altezza, alla forza eccetera eccetera) è che io probabilmente il pallone successivo lo avrei nuovamente sbagliato. Viviano no, Viviano ha chiuso la porta in faccia a Pavoletti. Si è fatto scivolare addosso, almeno apparentemente, quel rinvio sparato addosso a Farias. E' vero, quello di Cagliari è il terzo errore consecutivo del numero 2 di Fiesole, dopo quelli con Bologna e Lazio. Non ci sono dubbi, Viviano deve ancora recuperare la condizione migliore, a livello fisico ma soprattutto mentale, e deve mettersi alle spalle un periodo buio. Ma è altrettanto evidente che il mondo del calcio ha la memoria molto breve. Sembra quasi che nessuno ricordi più di quando l'ex calciatore di Fiorentina e Palermo salvava la Samp dal baratro, o di quando soltanto un anno fa a Pescara incollava Giampaolo alla panchina, parando un rigore e 4 occasioni abruzzesi pur avendo lo scafoide fratturato. Se la Sampdoria di oggi è questa, una squadra che ha 27 punti a dicembre dopo aver già vinto un derby, lo deve in gran parte a quell'omone toscano che neutralizzava tutti i rigori più pesanti degli ultimi 3-4 anni. Perchè senza di lui, la storia avrebbe avuto tutto un altro finale. Difendere Viviano dopo l'errore a Cagliari è un suicidio giornalistico. Si può e si deve sottolineare l'errore nell'analizzare l'economia della partita, è il nostro lavoro. Senza 'andare oltre', però, perchè un portiere come Viviano per una squadra come quella blucerchiata è un valore aggiunto. E sono pochi i colleghi con cui lo scambierei. Ecco perchè mi sento di lanciare un appello: giù le mani da Viviano, giù le mani dal portierone della Samp. Saprà riprendersi, saprà tornare grande. Lo ha già fatto decine di volte in carriera. Ora però tocca a noi aspettarlo e coccolarlo, perchè puoi essere un calciatore maturo, uno scafato professionista, ma quel freddo dentro dopo una papera così non se ne va facilmente. Almeno sino al prossimo miracolo. D'altro canto, il calcio è bello "perchè è uguale dalla Champions League alla Uisp".
Penso che Giampaolo abbia fotografato bene la gara. La partita la Samp l'ha pareggiata tra il primo e il secondo gol rossoblù. In quei 10 minuti di follia, che sono costati due punti al Doria, ci sono tutti i limiti di una formazione giovane, per certi versi inesperta e fragile, probabilmente non ancora pronta a livello mentale a inseguire l'Europa. Eppure è una squadra che gioca sempre allo stesso modo, di fronte a qualunque avversaria e (quasi) su qualunque campo. E' vero, la Samp ha un problema in trasferta. Lo dicono i numeri, che sono però condizionati anche da un po' di sfortuna. La sorte ha dato parecchio al Doria nelle prime giornate, si sta riprendendo quello che ha donato con gli interessi. Qualche settimana fa, all'apice della goduria blucerchiata, dopo il match con la Juve, scrivevo: "Arriveranno i momenti bui. Mettiamolo in conto, presto o tardi succederà. Ci sarà un calo fisiologico e naturale, si perderà qualche punto per strada, commetteremo qualche errore e avremo anche un po' di sfortuna. Magari qualche volta giocheremo persino male, chissà". Mai come oggi mi sento di sottoscriverla. Ecco perchè spero di azzeccarci di nuovo, quando dico che questa Samp ha tutte le carte in regola per tornare a volare. Ha recuperato un Ramirez extralusso – i due assist sono una meraviglia – ha un Quagliarella che ha segnato sino ad oggi tanti gol quanti Higuain, ha un gioco e ha un'anima. Senza disunirsi, e senza rompere il giocattolo, si possono fare grandi cose. Ho già visto di peggio, non so voi.
@MontaldoLorenzo