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    Sampmania: gente, siamo quinti in classifica! Con due buttafuori in difesa

    Sampmania: gente, siamo quinti in classifica! Con due buttafuori in difesa

    • Lorenzo Montaldo
    Un po' di entusiasmo, su! Cos'è questo mortorio? Leggendo qua e là sui social, vedo che lo 0-0 con il Sassuolo ha lasciato una discreta fetta del pubblico blucerchiato scottata e quasi infastidita. Gente, siamo quinti in classifica. Sono passate solo 9 partite, è vero, e sicuramente non sarà questo il piazzamento finale della Sampdoria, ma se non gioiamo adesso, quando lo faremo? Attenzione, gioire non vuol dire perdere il contatto con la realtà: non significa fissare obiettivi irraggiungibili, né aspettarsi traguardi fuori portata, ma godere di quello che si ha, vivere il momento, assaporarlo. Il Doria è dietro solo a Juve, Napoli, Inter e Lazio, vanta per distacco la miglior difesa della Serie A – ha preso due gol in meno della corazzata bianconera e di quella che viene definita la 'granitica Inter', ma ne vogliamo parlare? - e ha fermato il Sassuolo. Badate bene, non è un'impresa semplice: limitarsi al nome sarebbe riduttivo, perchè la squadra di De Zerbi vista al Ferraris non solo può vincere su ogni campo, ma può segnare a ogni squadra. Anzi, QUASI. Non alla Sampdoria. 

    La formazione di Giampaolo ha evidenziato nuovamente la sua vera arma in più. L'ennesima partita ad Audero imbattuto issa la formazione genovese al terzo posto assoluto in tutta Europa nella speciale classifica stilata considerando le difese più impenetrabili dei cinque maggiori campionati. Davanti ci sono soltanto Liverpool e Manchester City, mica il Partizan Degrado o lo Squarta Praga. Merito di un'organizzazione di gioco che fila come un orologio, di un portiere che para e di centrocampisti che coprono e sputano sangue per 95 minuti 'ogni maledetta domenica' (magari fosse domenica). Poi ovviamente ci sono anche quei due là, dai avete capito di chi parlo, mi riferisco ai due buttafuori, il danese e l'italiano. I due omoni messi da Giampaolo a protezione della porta prendono di peso qualunque attaccante abbia la malaugurata idea di transitare in zona, e lo lanciano fuori dall'area di rigore come se si trattasse di un ubriaco molesto in una discoteca.

    Il fatto che Andersen non sbagli una chiusura dalla stagione 2004-2005, quando giocava nei pulcini del Midtjylland in Danimarca e regalava un gol ai pari età del Beverly Inps non fa più notizia. Anche se per la verità più che un bodyguard il biondo centrale sembra uno dei Backstreet Boys che nel tempo libero arrotonda facendo il corazziere. Di fianco a lui c'è Tonelli, lui sì con il physique du rôle dell'uomo della sicurezza. Ieri sera contro il Sassuolo l'ex Napoli sembrava un gladiatore. Le ha prese tutte. Oddio, ci sarebbe anche un altro giocatore con la fisicità perfetta per interpretare il ruolo del buttafuori: mi riferisco al gigante gambiano Colley, che sta giocando meno, ma anche lui è un bel muro. Che poi Tonelli e Andersen non sono soltanto una rivisitazione in chiave calcistica del duo Bud Spencer e Terence Hill: la manovra del club genovese parte sempre dai loro piedi, non è un caso che sui 28 giocatori impiegati in Samp-Sassuolo ad aver azzeccato più passaggi in assoluto sia stato Andersen (65) seguito da Tonelli (64), toccando un'inifinità di palloni (80 a 79, tra blucerchiati e neroverdi ne ha giocate di più soltanto Bereszynski). A proposito del polacco, sulle corsie 'Beres' e Murru viaggiano che è un piacere, anche loro si meritano la copertina.

    Nel posticipo del lunedì, la Sampdoria se mai è sembrata poco brillante dal centrocampo in su. Ma non è semplice stabilire i confini dei limiti doriani e dei meriti di un Sassuolo quadrato, ben messo in campo e particolarmente attento a soffocare sul nascere il tentativo di fraseggio doriano con un pressing asfissiante e ben studiato. Quando la squadra di Giampaolo tentava di organizzare la ripartenza, l'undici di De Zerbi metteva in pratica una strategia molto semplice, ma estremamente efficace: il 3-4-3 si plasmava, creando una sorta di 'quadrato di contenimento' attorno ai tre centrocampisti blucerchiati. Le due punte esterne stringevano e si abbassavano, accerchiando Ekdal e la mezz'ala blucerchiata avvicinatasi in appoggio allo svedese, senza lasciare possibilità di passaggio. Nel frattempo, uno tra Bourabia e Magnanelli francobollava Ramirez, mentre gli esterni neroverdi Lirola e Di Francesco si occupavano a turno del terzo centrocampista doriano rimasto teoricamente libero. In questo modo, quando i blucerchiati erano in possesso della sfera non rimanevano linee libere di passaggio. Facile a dirsi, meno semplice è abituare dei giocatori a ondeggiare in maniera così sincronizzata: è da questi particolari che si vede un allenatore capace, e De Zerbi ha dimostrato di fronte a Giampaolo di meritarsi un'attenzione particolare. 

    In conclusione voglio quindi rinnovarvi l'invito. Via quelle facce grigie, un po' deluse perchè Quagliarella e Defrel non hanno trovato il gol: non ditelo a me, che il francese ce l'ho pure al fantacalcio. Alle volte anche uno 0-0 può essere un buon risultato. E se ti issa al quinto posto in solitaria, non importa se per una sola settimana, beh allora teniamocelo ben stretto. Vorrà dire che la prossima volta quel pallone calciato largo ad un metro da Consigli Defrel lo butterà dentro. Mi deve un +3.

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