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    Sampmania: finalmente non ho (quasi) niente da dire

    Sampmania: finalmente non ho (quasi) niente da dire

    • Lorenzo Montaldo
    Non potete immaginare quanto sia felice di ammettere ciò che sto per scrivere. Sono stato spesso parecchio critico con la Sampdoria di Ranieri. Molte vittorie mi sono sembrate frutto della casualità, e quasi mai mi sono sentito soddisfatto per il livello della prestazione offerta. Forse solo con la Lazio all’andata. Ecco, oggi per la prima volta in stagione (seconda, dai), non ho assolutamente nulla da dire alla Sampdoria e a Ranieri, se non “bravi”.

    Sì, è vero, probabilmente il Doria ha buttato via due punti, girano le scatole ed è logico sia così, però chissenefrega. Vincere a Milano è godurioso,delizioso, lussurioso, scegliete voi gli aggettivi in ‘-oso’ più adatti, ma restituiamo il giusto merito a quanto fatto dalla squadra. La Samp di ieri mi ha divertito, a tratti persino reso orgoglioso, ed è molto più di quanto mi aspettassi. Questo serve pure a chiarire un particolare fondamentale. Non credo ci siano fazioni pro o contro Ranieri, quantomeno non è così per il sottoscritto. Esistono solo critiche, più o meno sbagliate non importa, e lodi più o meno giuste a seconda del campo. Parlare di guerre di religione, di partiti a favore o a sfavore, è molto semplicistico e troppo facile.

    Quindi, cosa ne pensate, era possibile giocare con due punte senza sembrare scriteriati? Si poteva impiegare di più Damsgaard? Era lecito attendersi i giocatori giusti al posto giusto, senza nessuna invenzione o tentativo di sorprendere ad ogni costo? Milan-Sampdoria è lì a dimostrarlo. Sapete però cosa mi ha sorpreso più di tutto? Per la prima volta nel campionato in corso, ho azzeccato in anticipo le scelte dal primo all’ultimo effettivo. Formazione scontata? Forse sì, o forse semplicemente era l’undici più corretto. Ranieri ha presentato la squadra immaginata da giorni, senza arzigogolati arabeschi o incomprensibili variazioni sul tema, e ha fatto benone. Lo chiedevamo da inizio anno, forse forse non avevamo proprio tutti i torti.

    Bravo il mister, e bravi i giocatori, capaci di tirare fuori un moto di orgoglio nonostante il sonnacchioso finale previsto da qua a giugno. Sarà stato il pregio del palcoscenico, o la possibilità di mettersi in mostra di fronte ad una grande squadra, chissà, non voglio approfondire, ma sulla pelle della Ragazza di San Siro - prendo in prestito la locuzione coniata come titolo di un libro da qualcuno molto più bravo del sottoscritto - faccio fatica a trovare imperfezioni o difetti. Gigantesco Colley, eccezionale nel prendere e dare botte a Ibrahimovic per novanta minuti, coadiuvato dal pirata Tonelli, mentre a destra Bereszynski è cresciuto enormemente. Candreva ha giocato la miglior partita della sua stagione blucerchiata, con assoluta abnegazione, mettendosi al servizio dei compagni. Damsgaard a sinistra ha fatto il Damsgaard, confermando di non poter proprio rimanere fuori dai titolari, mai e poi mai, mentre là davanti Quagliarella ha dimostrato per l’ennesima volta di meritare il rinnovo. Rinunciare a questo Gabbiadini, poi, sarebbe sacrilego. Il numero 23 è la spalla perfetta per qualunque attaccante in rosa alla Sampdoria.

    Per la verità, due anomalie le vedo. Parlo dei grandi acquisti dell’estate, Keita e Silva. L’espulsione del portoghese è stata una follia per un calciatore della sua esperienza, corollario dell’ennesima prestazione sottotono. Uno con quelle qualità immagino possa dare di più. Keita invece sino ad oggi è stata la grande delusione. Tra gli obiettivi di Ranieri, da qui al termine della stagione, ci sarà pure tentare di rivitalizzare il regista. Forse il tecnico potrà tentare di restituire smalto e fiducia pure all’attaccante, ma non credo sia una priorità. Il suo riscatto è difficile se non impossibile a livello economico, e perdere tempo nell’operazione di recupero, togliendo possibilità e spazi ad altri giocatori di proprietà in rosa, temo avrebbe poco senso. 

    La priorità assoluta invece mi auguro sia quella di riportare un po’ dello spirito di San Siro nelle prossime gare. In fondo, non domandiamo poi molto. I sampdoriani sono come quei protagonisti di documentari, esperti di sopravvivenza in condizioni estreme. A loro è sufficiente mezzo litro d’acqua e qualche arbusto per sopravvivere. Ecco, allo stesso modo a noi basta davvero poco per recuperare il sorriso. Ah, a proposito, Buona Pasqua a tutti. Ci rivediamo con il Napoli, spero di trovare la stessa Samp nell’uovo...

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