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Sampmania: Federico, Fabio & Manolo
In effetti, gol brutti nella partita che cementa la classifica e aggiunge un altro, fondamentale mattoncino nella lotta salvezza la Samp non ne ha realizzati. Il destro al volo di Quagliarella è una prodezza arrivata nel miglior momento possibile, e rende perfettamente l’idea di quale sia il peso specifico dell’attaccante blucerchiato in questa squadra. La chicca di Bonazzoli poi è una perla, talmente spettacolare da far passare quasi in secondo piano la giocata di Gabbiadini, che di fatto ha sollevato il velo di tensione calato sui tifosi assiepati tra divani, bar e ristoranti, in attesa di un triplice fischio eterno. L’uomo copertina è Bonazzoli, ed è giusto che sia così, ma spendiamole due parole per Manolo. La rete dell’1-3 è meravigliosa, uno straordinario compendio di sensibilità nel piede e freddezza in area.
Ritengo che Gabbiadini venga sottovalutato, pagando lo scotto di alcuni preconcetti, ad esempio l’andatura che sembra sempre compassata o poco concreta, i pochi sorrisi, i rari dribbling da Play Station e via discorrendo. Tutte scemenze da spazzare via semplicemente guardando i numeri. Quello di ieri era il nono gol in campionato, e l’aspetto più interessante è che le marcature dell’ex Napoli hanno portato in dote alla Sampdoria una quantità di punti spaventosa. Gabbiadini è stato decisivo nell’1-0 rifilato all’andata a Torino e Genoa, e pure nella prima partita stagionale con l’Udinese, finita 2-1 grazie alla sua punizione da sogno messa all’incrocio da oltre 30 metri. Sono 9 i punti arrivati grazie alle sue invenzioni, quasi un quarto di quelli stagionali. Aggiungendo al conteggio anche la firma sul momentaneo 2-0 di dieci giorni fa sulla Spal, e il gol che ha sigillato la sfida salvezza di ieri, la percentuale sale ancora. Chi se ne frega se non sorride, sorride per lui la palla quando la accarezza con quel mancino.
In una gara che sembrava ormai avviata sui binari di un pareggio considerato ‘scritto’ praticamente da chiunque, bookmakers compresi, il Doria ha sfoggiato una delle partite più grintose dell’intera stagione. Il merito, neppure a dirlo, va ripartito con il signore in panchina che non sbaglia uno scontro diretto e che ha saputo organizzare le rotazioni dei suoi migliori giocatori in modo da presentarsi alle partite decisive con un'ottima condizione fisica generale, risparmiando nel contempo ai titolari fatiche inutili e potenzialmente dannose. La soluzione migliore per affrontare uno scenario imprevedibile come la ripresa post Covid era quello di affidarsi all’esperienza di chi nel calcio ne ha viste tante. Per fortuna, noi avevamo sir Claudio.
Il Doria non gioca grande calcio, mi pare piuttosto evidente, non entra in porta con la palla ma capitalizza come meglio non potrebbe le giocate dei singoli e le fiammate nell’arco di una partita. Uscire da Udine con tre punti è un jolly che ha un valore letteralmente impossibile da quantificare tenendo conto le rimanenti sei partite. Adesso sì che il traguardo è più vicino, adesso sì che basta davvero un piccolo sforzo per mettere in ghiaccio una permanenza in Serie A che avrebbe del miracoloso, considerando le premesse e i tanti, troppi errori che dovranno essere necessariamente analizzati e sottolineati al raggiungimento dei fatidici 40 punti. Nel frattempo, dite a Gabbiadini che per quanto mi riguarda può anche continuare a non sorridere e a non dribblare come un brasiliano, e a Bonazzoli che continui pure a esercitarsi nelle rovesciate a Bogliasco al giovedì. Non si sa mai, potremmo sempre averne ancora bisogno...
@lorenzomontaldo
@MontaldoLorenzo