Getty Images
Sampmania: e se si fosse convinto?
La metamorfosi è iniziata ormai due estati fa, quando l’allora rifinitore dell’Anderlecht divenne un giocatore della Sampdoria, e si ritrovò alle prese con il suo nuovo allenatore. Probabilmente Praet non se ne rende ancora conto, ma il momento in cui ha posato gli occhi su Giampaolo potrebbe coincidere con l’attimo in cui la sua carriera è svoltata. Da subito il mister ha iniziato a sostenere un concetto piuttosto semplice: Praet deve assolutamente giocare mezz’ala. Non dietro agli attaccanti, non seconda punta, non esterno alto. Mezz'ala. Faglielo capire però a uno che da fantasista veniva considerato uno dei migliori giovani del Belgio… non è stato semplice, ma l’allenatore di Bellinzona ci è riuscito.
L’anno scorso, con Praet finalmente determinante da centrocampista puro, il tecnico doriano ha iniziato a impiantare alcuni semini nella mente del suo giocatore, per portare a compimento il suo diabolico piano. Ha cominciato col ventilargli una nuova possibilità, quella di metterlo al centro del gioco e della manovra della sua squadra. Una trasformazione che Giampaolo ha operato già su parecchi giocatori, e tutti ringraziano ancora adesso. Anche in questo caso, lo scetticismo iniziale del belga ha rallentato il processo. Eppure l’ex Anderlecht è un ragazzo intelligente, e sembrerebbe aver capito il concetto. Ha già dimostrato di essere capace di recedere dalle sue posizioni e convinzioni, e questo è sintomatico di grande maturità. Forse il passaggio da mezz’ala a regista si rivelerà persino meno traumatico rispetto al salto da trequartista a centrocampista. Praet può guardare a tanti altri giocatori che lo hanno preceduto: Paredes, Zielinski, lo stesso Torreira che nasce seconda punta, viene spostato trequartista e poi conclude la sua carriera davanti alla difesa. Oggi giocano nello Zenit, nel Napoli e nell’Arsenal, si sfidano in Champions League e guadagnano milioni. Sarà un caso, per carità. Ma 'arretrare’ non vuol dire necessariamente ‘retrocedere’. Specie con Giampaolo.
E’ anche curioso notare come il calciatore che è stato messo sotto contratto dalla Sampdoria per essere – sulla carta – il nuovo regista doriano abbia vissuto un percorso molto simile: Ekdal arrivò in Italia alla Juve da promettente trequartista, Giampaolo a Siena lo arretrò di una decina di metri trasformandolo in un completo centrocampista. In quest'ottica, se il nuovo playmaker della Samp dovesse essere Praet, l’acquisto dello svedese acquisirebbe decisamente più senso: l’ex Amburgo può giocare come adattato da cervello della squadra, ma è anche una mezz’ala, e potrebbe essere impiegato di fianco a Praet, e non nella zona nevralgica del campo.
In un Sampmania di qualche tempo fa, mi auguravo di tutto cuore la trasformazione definitiva di Praet. Eravamo nel bel mezzo del mercato, il nuovo acquisto per il centrocampo doveva ancora arrivare a Genova, e Giampaolo aveva già lasciato che durante il ritiro la sua nuova idea tattica trapelasse all’esterno dello spogliatoio. Ora purtroppo l’infortunio capitato al numero 10 doriano ha complicato i suoi piani, contro l’Udinese le chiavi del gioco verranno affidate a Barreto ma c’è chi giura che tra le mura del Mugnaini, al riparo da occhi indiscreti, Giampaolo stesse già provando la sorpresa: Praet a tessere i fili, Jankto e Linetty al suo fianco. E non è escluso che questa soluzione non la possa riproporre più avanti, quando il classe 1994 avrà pienamente recuperato dal problema al collaterale del ginocchio. Nel frattempo, prendiamo per buone le dichiarazioni di Bereszynski alla stampa polacca: “C’è l’idea di cambiare la posizione a Praet. Dopo un piccolo rodaggio, può essere un grande vantaggio per il nostro team”. Non se lo sarà mica inventato, no?